[13/03/2008] Energia

Ora legale, Terna contro lo studio Usa: ecco perché fa risparmiare

LIVORNO. La settimana scorsa ha fatto molto parlare la pubblicazione di uno studio americano secondo cui l’ora legale introdotta da 3 anni nello stato dell’Indiana avrebbe prodotto più danni che benefici, ovvero che a causa dell’energivoro stile di vita americano caratterizzato dall’ossessivo uso dei condizionatori sempre e dovunque, l’ora di sole in cui i consumi annuali sarebbero stati incrementati tra l´1% e il 4%, per una spesa aggiuntiva di 8,6 milioni di dollari.

Dati assolutamente diversi da quelli che diffonde ogni anno Terna: nel 2006 per esempio durante il periodo di ora legale l’Italia ha complessivamente risparmiato 645 milioni di kWh. Mentre nel 2007 (i dati definitivi saranno diffusi nelle prossime settimane) si prevede un aumento di circa 5 milioni di kilowattora in termini di energia elettrica non consumata. Ma come è possibile spiegare dati così contrastanti (in realtà ad essere nuovi sono gli studi americani, visto che sono diverse le proposte, in diverse parti del mondo di rendere addirittura permanente l’ora legale per tutti i 12 mesi dell’anno)?

«Il caldo è una variabile assolutamente indipendente dalle ore di luce – spiega Alessandra Bardo, responsabile ufficio stampa di Terna – allungando l’orario di luce ciò che impatta sul consumo finale è l’inizio delle attività produttive che avviene sempre con luce naturale. Ovviamente il vantaggio maggiore lo registriamo nei mesi di mezza stagione, quindi ad aprile, maggio e ottobre, ma anche in piena estate continuiamo a risparmiare, probabilmente perché a differenza degli Stati Uniti non abbiamo i consumi parossistici che ci sono là. Tuttavia anche ipotizzando una continua crescita di condizionatori e sistemi refrigeranti all’attuale trend, non si pensa che questo provocherà una diminuzione della riduzione dei consumi dovuta all’ora legale, in quanto la loro incidenza è minima rispetto al calcolo generale».

In effetti stando alle misurazioni diffuse da Terna per il 2006 i mesi che registrano i maggiori risparmi nei consumi di energia elettrica (circa il 50% del totale) sono aprile e ottobre, rispettivamente con circa 170 e 200 milioni di kilowattora risparmiati. Ciò è dovuto al fatto che questi due mesi hanno giornate più “corte” in termini di luce naturale, rispetto ai mesi dell’intero periodo. Spostando in avanti le lancette di un’ora, quindi, si ritarda l’utilizzo della luce artificiale in un momento in cui le attività lavorative sono ancora in pieno funzionamento. Nei mesi estivi di luglio e agosto, invece, poiché le giornate sono già più lunghe rispetto ad aprile, l’effetto “ritardo” nell’accensione delle lampadine si colloca nelle ore serali, ed è perciò meno marcato in termini di risparmio di elettricità.

Intanto la stessa Terna ha diffuso i dati riguardanti i consumi di energia a febbraio 2008, che sarebbe sostanzialmente identici rispetto all’anno passato (-0,1%) , ma che nella realtà registrano un + 4,5% dovuto all’anno bisestile e quindi al giorno lavorativo in più. Dall’analisi effettuata da Terna emerge che a livello territoriale la variazione della domanda è risultata ovunque in crescita ma non omogenea: +4,1% al Nord, +4% al Centro, +5,9% al Sud.

Nell’area Sud da segnalare, in particolare, che rispetto a febbraio 2007 la richiesta di energia elettrica ha fatto segnare un +9,8% in Sicilia. In dettaglio, la produzione nazionale netta (25,4 miliardi di kWh) è aumentata del 7,9% rispetto allo stesso mese dello scorso anno. In crescita le fonti termoelettrica (+9,7%), geotermoelettrica (+5,5%) ed eolica (+14%), in calo la fonte idroelettrica (-6%).

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