[17/03/2008] Comunicati

Si assottigliano i ghiacciai, canarini della miniera di carbone del global warming

LIVORNO. Il World Glacier monitoring service (Wgms) dell’università di Zurigo ha fornito all’Environment programme dell’Onu (Unep) i dati che confermano la ritirata dei ghiacciai praticamente in tutte le montagne del pianeta e confermano gli effetti accelerati del riscaldamento climatico. Il monitoraggio dei ghiacciai prosegue da oltre un secolo e per i 30 ghiacciai esaminati dall’Unep in Europa, America del nord e latina, Antartide, Asia e Pacifico, i dati di riferimento partono dal 1980 e il Wgms tiene sotto controllo cento ghiacciai
Secondo l’Unep, nelle 9 catene montuose prese in esame, i 30 ghiacciai del nucleo di valutazione tra il 2004 e il 2006 hanno subito un raddoppio del tasso medio di assottigliamento e fusione. Le stime del 2006 indicano una ulteriore riduzione di circa 1,4 metri di acqua equivalente rispetto al mezzo metro del 2005. Un metro d’acqua equivalente corrisponde a 1,1 metri di spessore di ghiaccio.

Secondo Wilfried Haeberli, direttore del World Glacier monitoring service «Le ultime cifre fanno parte di quella che sembra una tendenza accelerata, della quale non si vede alcuna fine apparente. Questo fa continuare il trend di perdita accelerata di ghiaccio in corso negli ultimi due decenni e mezzo, e porta la perditya totale dal 1980 a più di 10,5 metri di acqua equivalente. Durante il 1980 – 1999 i tassi di perdita media sono stati di 0,3 metri all’anno. Con l’inizio del millennio, questo tasso è aumentato a circa mezzo metro all’anno». Quindi dal 1980 si sarebbero persi più o meno 11 metri e mezzo di spessore dei ghiacciai.

In Italia il ghiacciaio di Malavalle ha perso 1,4 metri nel 2006 rispetto agli 0,9 del 2005, in Norvergia il ghiacciaio Breidalblikkbrea si è assottigliato di 3,1 metri (2,9 di acqua equivalente) nel 2006, rispetto agli 0,3 del 2005. Il ghiacciaio austriaco Grosser Goldbergkees è calato di 1,2 metri (0,3 l’anno prima), in Francia l’Ousse di circa 3 metri rispetto ai 2,7 del 2005, cali di 1,8 metri in Svezia per lo Storglaciaeren e di 1,3 metri per il Findelen in Svizzera. Non tutti i 100 ghiacciai monitorati hanno perdite maggiori nel 2006: sono stabili l’Echaurren Norte in Cile, while il Chacaltaya in Bolivia, il Canada´s Place glacier; l’Hamtah in India e il Daniels and Yawning negli Usa, ma solo l’Echaurren Norte si è inspessito.

Anche i ghiacciai dell’Himalaya, che danno vita al Gange, all’Indo, al Brahameputra e agli altri grandi fiumi dell’india, stanno scomparendo ad un ritmo simile agli altri delle basse latitudini e con il progredire del tasso attuale del riscaldamento globale potrebbero svanire entro i prossimi decenni, con conseguenze incalcolabili per i 250 milioni di abitanti dell’Himalaya-Hindu-Kush che si affidano per sopravvivere alla acqua disciolte dei ghiacciai. In America del nord è in pericolo il fiume Columbia che disseta Portland a cui mancherebbero entro il 2040 5 milioni di metri cubi d’acqua. Il 40% delle fornitura idriche della California potrebbe essere in pericolo entro il 2020 per quel che sta succedendo sulla Sierra Nevada e nel bacino del fiume Colorado a causa del calo del manto di ghiaccio e neve.

In Sud America il calo dei ghiacciai potrebbe portare a situazioni critiche Bolivia, Perù, Colombia ed Equador, vista la drastica riduzione dei ghiacciai andini nelle Ande tropicali, ma anche in quelle che dividono Cile ed Argentina. Nei prossimi 15 anni i ghiacciai intertropicali potrebbero addirittura scomparire, con terribili ripercussioni sulla disponibilità di acqua e per la generazione di energia idroelettrica.

«Milioni, se non miliardi, di persone dipendono direttamente o indirettamente da questi impianti naturali di stoccaggio di acqua per l’acqua potabile, l’agricoltura, l’industria e la generazione di energia durante parti fondamentali dell’anno – ha detto Achim Steiner, direttore esecutivo dell’Unep – Ci sono molti canarini che emergono dalla miniera di carbone del cambiamento climatico. I ghiaccia forse sono tra quelli che fanno più rumore, è assolutamente indispensabile prenderne nota». Poi ha aggiunto che «La cartina di tornasole sarà la convenzione sul clima del 2009 che si riunirà a Copenaghen. Qui i governi dovranno accordarsi su una nuova e decisiva diminuzione delle emissioni e su un regime di adattamento. Altrimenti, come per i ghiaccia, lo spazio per l’uomo per operare ed agire può semplicemente dissolversi».


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