[17/03/2008] Energia

Biocarburanti tra conferme, preoccupazioni e nuove scoperte

BRUXELLES. Il World Biofuels Markets appena terminato ha visto la partecipazione di 100 espositori provenienti da 56 Paesi ed è stata la più grossa occasione in Europa per parlare dei sempre più controversi biocarburanti.
I 1.300 delegati sono stati accolti dagli attivisti di “Agrofools” che hanno bloccato le entrate contestando i benefici ambientali dei biocarburanti. «In realtà – si leggeva nel volantino diffuso - i biocarburanti contribuiranno ad assicurare la nostra dipendenza dal petrolio, e che l´accesso iniquo alle risorse rimanga invariato».

Ma la commissaria Ue per l´agricoltura e lo sviluppo rurale, Mariann Fischer Boel, ha ribadito l´impegno europeo per le bioenergie: «Per alcuni la promozione dei biocarburanti è un lampo di genio. Quando sentono la parola biocarburanti, nella loro mente appaiono stabilimenti di produzione lucenti e moderni, città in cui si può di nuovo respirare liberamente e contadini soddisfatti dei loro guadagni. Per altri, invece, promuovere i biocarburanti non è un atto geniale, ma di follia. Quando sentono la parola biocarburanti, vedono foreste tropicali che vengono abbattute e raccolti preziosi che sono usati per alimentare i Suv. I biocarburanti mostrano aspetti controversi, come anche la politica europea sull´argomento.
Ma in realtà questo ha una solidissima giustificazione e tutti gli appartenenti al settore, sia all´interno che all´esterno dell´Unione Europea, possono stare sicuri che non ci saranno inversioni di rotta. I biocarburanti non sono né un colpo di genio, né un atto di follia. Si tratta di una politica reale per il mondo reale, e penso che essi rappresentino un nuovo strumento prezioso per la politica».

Ma anche i più accesi sostenitori dei biocarburanti sembrano più prudenti di qualche anno fa e richiamano ad ogni pie´ sospinto l’importanza di una produzione sostenibile, lo stesso Ronald Oxburgh, presidente di biodiesel D1 Oils e ex presidente della Shell, aprendo i World Biofuels Markets ha detto che «i biocarburanti del futuro potranno essere completamente sostenibili, ma saranno sicuramente più costosi. La produzione sostenibile dei biocarburanti dipende dalla produzione agricola integrata, tornando agli ideali del XVIII e IXX secolo, quando i frutti non si buttavano e si sfruttava ogni parte del raccolto. Così in futuro, avremo coltivazioni per il cibo e per il materiale greggio da carburante in diverse proporzioni, a seconda della richiesta locale». Secondo Oxburgh una nuova fonte di biocarburanti potrebbero essere il materiale organico nei rifiuti industriali e urbani e le alghe.

Dall’Associazione europea per le bioindustrie EuropaBio è venuta l’idea che la sostenibilità dei biocarburanti possa essere raggiunta con la biotecnologia che aumenterebbe «la produzione di biomassa per ettaro di terreno, migliorano la qualità del raccolto per un maggiore rendimento in biocarburanti, sviluppano nuovi raccolti energetici da coltivare in aree precedentemente inadatte per l´agricoltura e sviluppano microorganismi ed enzimi per accelerare il processo di produzione dei biocarburanti». Una ipotesi che sembra trovare conforto nella ricerca svolta dall’Università Usa del Maryland che ha scoperto un processo chimico, operato con batteri S. degradans, che si trovano abitualmente nelle foglie di erba della pampa (Hymenachne amplexicaulis) della Baia di Chesapeake, in grado di convertire grandi volumi di prodotti vegetali di ogni sorta, dalla carta usata fino agli scarti della produzione della birra, in etanolo e altri biocombustibili. Il ceppo batterico, produce un enzima che permette la conversione di materiale vegetale in zucchero, che a sua volta può essere convertito in biocombustibile.

I ricercatori hanno prodotto l’enzima in laboratorio, ottenendo così un composto chimico (Ethazyme), che converte le cellule dei materiali cellulosici in zuccheri pronti per la trasformazione in biocombustibile, con un costo significativamente inferiore e con minore utilizzo di composti tossici rispetto al metodo convenzionale. A pieno regime, lo Zymetis potrebbe portare ad produzione di 280 miliardi di litri all’anno di etanolo e gli enzimi per biocombustibili potrebbero raggiungere negli Usa un valore di mercato di 5 miliardi di dollari, visto che l’energy bill chiede alle compagnie petrolifere di produrre, entro il 2022, 21 miliardi di galloni di etanolo ricavato da cellulosa.

Intanto nel documento approvato dal Consiglio europeo di primavera si legge: «Nel realizzare l´obiettivo ambizioso dell´uso di biocarburanti è essenziale elaborare e rispettare criteri di sostenibilità efficaci per assicurare la reperibilità sul mercato dei biocarburanti di seconda generazione, che in futuro potranno essere presi in considerazione anche per l´uso di altre forme di biomassa per la produzione di energia, in linea con le conclusioni del Consiglio europeo di primavera 2007».

L’Ue conferma quindi che entro il 2020 i biocarburanti dovranno rappresentare il 10% del carburante usato nell’Ue per i trasporti.

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