[20/03/2008] Parchi

Il nuovo codice del paesaggio

PISA. Stefano Milani su L’Unità commenta con soddisfazione l’ultimo passaggio del nuovo Codice dei Beni culturali a cui manca ora solo la firma del Capo dello Stato.
Il titolo dell’articolo ne evidenzia un aspetto molto importante ai fini anche del paesaggio e cioè che ‘la bellezza è un valore unitario’. Importante perché il dibattito e le polemiche che l’hanno finora accompagnato si erano incentrate –non certo a torto- soprattutto sui profili istituzionali ovvero il rapporto stato-regioni e enti locali.

Aspetto non separabile però dal merito ossia da cosa si intende per paesaggio. Milani al riguardo sottolinea che il nuovo Codice rispetto al vecchio e grazie in particolare a Settis ne allarga la concezione delineandolo non solo come depositario di ‘bellezza’ naturale bensì come patrimonio di cui fanno parte la natura quanto l’opera dell’uomo. Dai monti ai borghi tanto per semplificare. Tanto è vero che più volte nel recente passato si era cercato -purtroppo senza successo- di integrare l’art 9 della Costituzione per ‘aggiornarlo’ sotto questo profilo. D’altra parte la vicenda del killer del pino marino che sta decimando le nostre pinete costiere in Toscana soprattutto all’interno dei parchi conferma in maniera esemplare questo intreccio paesaggio- natura spesso ignorato.

Ma proprio per questo è sorprendente che neppure Milani dica qualcosa sul fatto che il nuovo codice sottrae - ad esempio - alla pianificazione dei parchi proprio il paesaggio. Insomma mentre giustamente si sottolinea il passo avanti nella nuova concezione del paesaggio sancita dal Codice non si coglie l’incoerenza di questa norma che torna a scindere ciò che si è appena unificato. Si ritiene davvero che questo gioverà alla tutela del paesaggio?


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