[26/03/2008] Rifiuti

Diossina in Campania tra bufale e mozzarelle

LIVORNO. La chiusura internazionale all’importazione della mozzarella di bufala campana, iniziata dalla Corea del Sud e che sembra adesso estesa anche da parte del Giappone, sta già producendo i primi effetti. La Commissione europea alla salute ha fatto sapere, con un comunicato, che nei prossimi giorni attende dalle competenti autorità italiane informazioni sulla presunta presenza di diossina negli alimenti originari della Campania. «La Commissione - si legge nel comunicato - ha chiesto alle autorità italiane in febbraio di fornire risultati analitici recenti sulla presenza di diossine e Pcb (policlorobifenili) negli alimenti che hanno origine nella regione Campania in seguito ai problemi di smaltimento dei rifiuti».

Ma «nessuna informazione in questo senso è stata ancora ricevuta dalle autorità italiane fino a questo pomeriggio» si legge nel comunicato che conclude: «In seguito alle notizie di stampa la Commissione ha chiesto al Sistema rapido di allerta per alimenti e mangimi (Rasff) di contattare l´Italia per informazioni più dettagliate. Tale richiesta è stata inviata di nuovo alle autorità competenti ieri per posta elettronica. La Commissione aspetta una risposta entro i prossimi due giorni».

E per discutere del caso diossina e sulla situazione generale del settore zootecnico legato agli allevamenti di bufale oggi alle 12 è stato convocato un incontro al ministero della Salute. Presenti i ministeri della Salute, dell´Agricoltura e dell´Ambiente, le Regioni interessate e Istituti Zooprofilattici. Ad annunciarlo il sottosegretario alla Salute, Gian Paolo Patta: «Una riunione - spiega Patta - che serve a fare il punto della situazione, con tutti gli organi che in questi mesi hanno condotto indagini attente e controlli efficaci».

Una riunione che servirà a far luce su una vicenda che sta generando preoccupazioni anche all’interno delle aziende produttrici per gli effetti che queste notizie sul blocco delle importazioni da parte della Corea del Sud e di restrizioni da parte di altri paesi asiatici, dopo il sospetto di contaminazione da diossina, potrebbero avere.
L´export della mozzarella di bufala campana Dop vale 48 milioni di euro, il 16% del totale che conta su un giro d´affari di circa 300 milioni di euro e che ha il vero mercato in Europa, con il 22% di export destinato alla Francia, il 18% alla Germania 22 e il 14% nel Regno Unito e che ha una forte penetrazione anche negli Usa verso cui è diretto il 15% della produzione.

Mercati come Taiwan e la Corea del Sud, invece, rappresentano «piazze residuali per le quali non ci sono dati sulla effettiva esportazione di mozzarella di bufala campana Dop», ha detto all´Ansa, il direttore dell’Associazione nazionale allevatori specie bufalina, Angelo Coletta, secondo il quale le notizie che sono circolate in questi giorni «fanno mettere in discussione cose che non possono essere messe in discussione, poiché si tratta di prodotto super controllato in partenza, altrimenti non ci sarebbero stati neanche i sequestri cautelativi precedenti».

Non altrettanto convinto dei controlli sembra invece essere Vincenzo Donvito, presidente di Aduc che si chiede perché «fidarsi ad occhi chiusi? Forse in quella zona dello Stivale le autorità preposte all´igiene pubblico hanno dato e stanno dando dimostrazione di serietà, consapevolezza, prevenzione, capacità?» e che si interrogano sul fatto che «dopo mesi e mesi che i rifiuti continuano ad essere nelle strade, e nonostante l´intervento dello Stato centrale, appare strano che ci sia un dubbio che cotanta competenza e capacità abbia potuto essere riversata anche sulla filiera produttiva alimentare».

E dall’associazione consumatori si dicono «lieti che ci siano situazioni del genere e che vengano chieste conferme su qualità e igiene dei prodotti del made in Italy perché, se non c´è niente che viene omesso o nascosto, l´export e la produzione in generale non può che avvantaggiarsi di una ulteriore conferma di qualità».

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