[26/03/2008] Energia

Recupero del gas dei pozzi petroliferi e Gnl, i nuovi forzieri energetici della Russia

LIVORNO. Il primo ministro russo Viktor Zubkov (Nella foto) oggi ha nuovamente sottolineato la necessità di portare, entro il 2011, il tasso di recupero e riciclo del gas associato ai giacimenti di petrolio ai limiti internazionali del 95%, mentre attualmente la Russia è appena al 25%. Durante una riunione della Commissione governativa per l’energia, Zubkov ha esecrato lo spreco continuo del gas bruciato dalle compagnie petrolifere nelle torce: «Per decenni abbiamo bruciato, e continuiamo a bruciare degli idrocarburi preziosi, subendo così delle perdite economiche innegabili ed apportando un serio pregiudizio all’ambiente».

Già lo scorso agosto il presidente Vladimir Putin in persona aveva chiesto alle compagnie petrolifere di investire nel riciclaggio dei gas associati ai pozzi di petrolio e il Servizio federale per il controllo ecologico, tecnico e nucleare (Rostekhnadzor) ha proposto di multare le compagnie che bruciano più del 15% dei loro gas a partire dal 2009 e quelle che ne bruciano più del 5% a partire dal 2011 ma i petrolieri chiedono che le ammende scattino solo dopo il 2011, per permettere loro di investire 5 miliardi di dollari nel riciclaggio dei gas.

Secondo Rostekhnadzor, le compagnie petrolifere operanti in Russia bruciano nelle torce tra il 20% e il 30% in più del volume di gas dichiarato ufficialmente e le loro emissioni rappresentano il 12% di tutti I gas serra ed inquinanti scaricati nei cieli del più grande Paese del mondo. La Russia fa parte del discutibile club planetario di bruciatori di gas insieme a Nigeria, Iran, Iraq e Kazakistan.

All’appello di Zubkov ha risposto subito Rosneft che intende investire 2,7 miliardi di dollari in un programma di riutilizzo dei gas associati al petrolio per portare entro il 2011 al 95% il riciclaggio nei sui impianti. Il Presidente di Rosneft, Sergei Bogdantchikov ha detto in una conferenza stampa a Mosca che «la società dovrà costruire cinque centrali termiche per utilizzare un terzo della quantità di gas associato, un terzo sarà trasformato nelle fabbriche petrolchimiche e un terzo sarà utilizzato per mantenere la pressione in falda con l’obiettivo di elevare il rendimento dei giacimenti. Entro il 2011 Rosneft installerà 800 contatori di gas associato sui suoi giacimenti. Sia chiaro, noi vogliamo anche che tutto questi progetti siano redditizi».

Sempre oggi il quotidiano Kommersant annuncia che la Russia affronta un nuovo stadio dello sviluppo tecnologico nel settore del gas «con la creazione di un grande centro mondiale di produzione e fornitura di gas naturale liquefatto» (Gnl), con investimenti che potrebbero raggiungere i 15 miliardi di dollari entro il 2015. Se il consiglio direttivo di Gazprom approverà lo scenari “aggressivo” di produzione, si potrebbe arrivare in Russia ad oltrepassare li 50 milioni di tonnellate di Gnl entro il 2030. Il centro russo di produzione di Gnl dovrebbe essere delle dimensioni di quello già funzionante in Qatar, il più grande e importante del mondo, e potrebbe essere ospitato nell’area del Progetto Chtokman: «Nel quadro della realizzazione del Progetto – ha detto una fonte di Gazprom riportata da vari giornali russi – potrebbero essere costruite da quattro a sei catene di liquefazione di gas con un rendimento di 7,5 milioni di tonnellate ciascuna. E’ ugualmente previsto di costruire almeno due catene di questo tipo nel quadro di Sakhalin-2 (al massimo 4 catene con un rendimento di 4,5 milioni di tonnellate ciascuna)».

Gazprom pensa di creare entro il 2030 centri di produzione di Gnl per 63 milioni di tonnellate, che saranno probabilmente completate con una delle fabbriche di Gnl di Jamal, alimentate con le risorse del giacimento Iujno-Tambeiskoie. Il Gnl russo guarda al mercato americano, più facilmente e rapidamente raggiungibile da Chtokman che dal Qatar, anche se le riserve del regno della penisola arabica sono ben 14.000 miliardi di m3 di gas e quelle del giacimento russo arrivano a 3.800 miliardi di m3. Se il mercato americano non si mostrerà ricettivo ci sono sempre le disponibilissime Corea, Giappone, Cina ed India.

Ma Mikhaïl Kortchemkine, direttore di East European Gas Analysis, tranquillizza: «Gli Stati Uniti acquisteranno tanto gas russo quanto Gazprom ne potrà vendere. Se Gazprom potrà vendere agli Usa almeno 65 miliardi di m3 all’anno, questo non rappresenterà che il 10% del mercato americano. Io non vedo problemi da parte americana. Al contrario, gli importatori americani saluteranno la diversificazione delle forniture».

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