[27/03/2008] Energia

L´efficienza energetica toscana deve essere guidata dalle Pmi

FIRENZE. E’ normale che sulla stampa locale, a proposito di energie rinnovabili, si dica allo stesso tempo tutto e il suo contrario. Molto meno lo è se a farlo sono i governi locali. Pisa: «Edifici pubblici: i pannelli solari vanno incentivati». Pistoia «Vietati sulle case i pannelli solari: la Soprintendenza li blocca e la Regione dà i finanziamenti». Grosseto: «Un’occasione sprecata dire no alle biomasse»; «No alla centrale elettrica di Poggetti Nuovi, il Comune boccia il progetto dell’impianto a biomasse: inutile e pericoloso». Livorno: «Spunta il procedimento per un’altra centrale elettrica a biomasse ad oli vegetali a oli vegetali per 17 MW nel comune di Campiglia marittima». Prato: «Primato italiano per investimenti nel fotovoltaico».

Il quadro segnala che l´onda delle tecnologie rinnovabili è partita a un ritmo imprevedibile appena un anno fa. A forza di predicare c’è un forte aumento della domanda, ma si deve stare attenti all’appropriatezza dei mezzi usati in rapporto al fabbisogno, perché non è che ogni energia rinnovabile va bene per tutto, sia dal punto di vista dell’investimento che dell’efficienza.

Un´altra riflessione da fare è che aumenta sì l’offerta, ma per ora si tratta solo di impianti per la produzione di elettricità: nessuno che si ponga il problema di sfruttare il calore localmente, che sarebbe ampiamente disponibile in tutti i tipi di attività che impiegano energia: servono quindi mappe del calore sul territorio (anche per il freddo).

Il sistema pubblico locale perciò, se vuole ottenere risultati positivi, deve sostenere e orientare la domanda.
E’ urgente che il Pier veda la luce e metta un po’ di ordine, si integri con il governo del territorio (Pit) per dare certezze a cittadini e attività produttive sulle localizzazioni energetiche, ma anche con gli investimenti di cui dispone la Regione, dai piani integrati (ricerca, innovazione, lavoro-formazione) al Por dei fondi europei.

Gli sforzi vanno concentrati nella ricerca di soluzioni in grado di garantirci un sistema energetico sostenibile, mantenere e migliorare la qualità della vita con meno consumi di energia e CO2.
Ciò coinvolge gli stili di vita e richiede la mobilitazione di un mix di conoscenza, cultura, politica, economia, partecipazione e solidarietà a partire da ogni individuo per conciliare qualità della vita e crescita di beni durevoli e servizi: obiettivi da far tremare i polsi.

Certo è che in California per esempio, nel 2007 gli investimenti nei fondi di venture capital in green technologies hanno superato quelli destinati allo sviluppo di nuovi software.

In Toscana se si vogliono raggiungere obiettivi di efficienza energetica (Kyoto), devono essere le Pmi a tirare la volata, e ad esempio in campi come l´eolico, a decidere non possono essere solo i Comuni. Bisogna smettere di parlare e fare, ma fare bene.

Fuori dai messaggi mediatici, se si vuole sostenere e rilanciare il cambiamento bisogna favorire società più piccole (in termini di facilitazioni procedurali e amministrative) che hanno stimoli veri e sono disposte a scommettere sul serio su questa strada in termini di domanda, sia per ridurre le emissioni di CO2 che per l´efficienza energetica.

Si deve far conto sulla piccola e media impresa che ha capito che la rivoluzione energetica è già iniziata “e chi non si adegua è perduto”. Ma la rivoluzione energetica in Toscana cammina solo se va di pari passo con la rivoluzione amministrativa e dei Piani d’azione attuativi (come quello, necessario, sui cambiamenti climatici) o non cammina: “chi rimane fermo si farà del male".

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