[03/04/2008] Comunicati

Sicurezza marittima: la Commissione Ue richiama l’Italia

BRUXELLES. La Commissione europea ha inviato oggi all’Italia un parere motivato «per non avere adeguatamente recepito e applicato la legislazione sul controllo dello Stato di approdo». L’iniziativa della Commissione costituisce l’ultima fase della procedura prima della denuncia ufficiale dinanzi la Corte di giustizia.

La procedure nei confronti dell’Italia è stata avviata dall’Ue «per non avere recepito integralmente nel diritto nazionale e attuato una direttiva adottata nel 1995, successivamente modificata anche a seguito del naufragio della petroliera Erika». Si tratta della direttiva 95/21/CE (controllo dello Stato di approdo) del Consiglio del 19 giugno relativa all’attuazione di norme internazionali per la sicurezza delle navi, la prevenzione dell’inquinamento e le condizioni di vita e di lavoro a bordo, per le navi che approdano nei porti comunitari e che navigano nelle acque sotto la giurisdizione degli Stati membri, modificata poi dalla direttiva 2002/84/CE.

La direttiva vuole ridurre la presenza nelle acque comunitarie di navi al di sotto delle norme, promuovendo l’applicazione della legislazione internazionale e comunitaria in materia di sicurezza marittima, fissando criteri comuni per il controllo delle navi negli Stati di approdo e armonizzando le procedure di ispezione e immobilizzazione. L’Italia non ha ancora recepito né applicato la norma della direttiva che impone di addebitare i costi delle ispezioni all’armatore o all’operatore della nave.

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