[09/04/2008] Energia

Tutte le energie rinnovabili della Russia

LIVORNO. L’Unione Europea si interroga sul suo difficile futuro energetico, sui suoi ambiziosi “pacchetti” di riduzione delle emissioni di gas serra e di utilizzo di energie rinnovabili, ma i recenti colloqui di Bangkok dimostrano che la posizione avanzata dell’Europa è circondata da un diffuso scetticismo dei Paesi ricchi e da un’ammirata solidarietà di molti Paesi in via di sviluppo. La strana alleanza, lo strano equilibrio, tra la ricca Europa e i Paesi che chiedono più finanziamenti per adattarsi ai cambiamenti climatici e tecnologie pulite deve però fare i conti con una difficile ovvietà: la quota di energie rinnovabili dei consumi energetici dovrà aumentare sensibilmente e rapidamente.

L’Ue è sicura che questo avrà effetti positivi sull’economia e sul Pil procapite e invita tutti a seguire il suo esempio, gli altri Paesi industrializzati temono che questo abbia pesanti ricadute sulla loro produttività, un timore acuito dalla crisi economica che morde gli Usa e striscia velocemente in tutto l’occidente. In tutto questo dibattito sul futuro del pianeta e dell’economia c’è uno spettatore tanto interessato quanto defilato: la Russia, forte del suo petrolio e del suo gas e delle risorse che sta scoprendo il riscaldamento climatico nel suo immenso nord, ma che potrebbe riservare grosse sorprese per quel che riguarda le energie rinnovabili presenti in grandi “giacimenti” solo in minima parte sfruttati.

Il potenziale tecnico delle fonti energetiche non tradizionali della Russia è valutato in 4,6 miliardi di tonnellate equivalenti di petrolio (tep) all’anno, 5 volte di più dell’attuale consumo energetico del Paese più grande del mondo che, nelle diverse regioni climatiche dispone di eolico, idraulico, solare, geotermico, biomasse ed energia maremotrice.

In numerose regioni della Russia, magari accanto ai pozzi di petrolio e di gas, le energie rinnovabili hanno già un interesse commerciale, come nella penisola di Kamtcatka e nelle isole Curili. La centrale geotermica Paoujetskai, in Kamtcatka, fornisce 5.000 Kw di energia elettrica da più di 40 anni, ed ha una grande importanza a livello locale e come esempio per l’intera area.

Il litorale dell’Estremo Oriente russo e le steppe del Volga sono ideali per l’energia eolica, negli Urali ed in Siberia orientale si punta su piccoli impianti idroelettrici, mentre il Caucaso del nord sarebbe un grande giacimento non sfruttato di energia solare, Le foreste boreali del nord-ovest russo, dove l’industria della carta è ben sviluppata, potrebbero dare un grosso contributo all’utilizzo di biomasse come fonte energetica, risolvendo anche in parte i problemi di gestione degli scarti e di inquinamento.

Nikolaï Ponomarev-Stepnoi, vicepresidente dell’Istituto Kurtchatov, diceva qualche giorno fa a Ria-Novosti di porre grandi speranze nell’idrogeno. «Un aereo con il motore alimentato a idrogeno è stato realizzato in Russia negli anni 80, ma, per diverse ragioni, questo programma fu abbandonato. Ad oggi, si può dire che gli studi di possibilità energetica dell’idrogeno hanno ripreso un nuovo slancio. L´aeronautica è il principale campo di utilizzo dell´idrogeno come fonte di energia. La fabbrica automobilistica russa AvtoVAZ ha già messo a punto, insieme alla corporation Energuia, automobili alimentate con l’idrogeno».
Anche se in gran parte del nord che si affaccia sull’Oceano glaciale Artico il sole non si vede per mesi, Jaurès Alferov, premio nobel e vicepresidente dell´Accademia delle scienze di Russia, dice: «A mio avviso, il fotovoltaico è il principale orientamento sostenibile per lo sviluppo dell´utilizzo dell’energia solare. Sono le strutture dei semi-conduttori che rappresentano la materia ideale per la trasformazione efficace dell’energia solare, perché permettono di regolare il problema principale dell’utilizzo efficace dei fotoni che arrivano sui semiconduttori».
I prototipi di pannelli fotovoltaici ad “eterostruttura unica” realizzati in Russia hanno già un coefficiente di trasformazione dell´energia solare del 40% e potenzialmente potrebbero raggiungere l’87%.
«Il sole è una fonte eterna di energia non inquinante che la natura ci offre – ha detto Alferov a Ria-Novosti – la gente apprenderà, già entro la fine del secolo, ad ottenere grazie a lui una buona parte delle energia necessaria».

La Russia partecipa a progetti Ue di trasformazione dell’olio di colza in biodiesel. Piantagioni per le bioenergie esistono già nelle regione di Nijni-Novgorod e vengono avviati in impianti per il trattamento delle oleaginose in Tatarstan. Fabbriche di etanolo e biocarburanti sono in corso di realizzazione e le tecnologie legate al biogas sono largamente utilizzate. Nel nord-ovest del Paese e in Siberia si producono dal legno pellet e “mattoncini” compressi destinati al riscaldamento, riconvertendo così i rifiuti dell’industria del legno ed ottenendo allo stesso tempio combustibile più efficiente del legname normale.

Ma la Russia è anche impegnata nella ricerca delle energie “nuovissime” e non inquinanti. L’oceanologo Nikolai Verchinski ha avuto l’idea di sfruttare il fenomeno fisico chiamato “effetto memoria della forma”, un fenomeno proprio agli oggetti in lega speciale, le leghe a memoria di forma (Shape Memory Alloys, SMA’s, o LMF), che dopo una deformazione tornano da soli alla loro forma iniziale subendo una debole azione termica. «Questo fenomeno – spiega Verchinski - può essere efficacemente impiegato per creare un nuovo tipo di motori che possono essere alimentati con fonti di energia naturale: gli oceani, i mari, i laghi». Nikolai Verchinski ha anche proposto di produrre energia utilizzando il sale contenuto nell’acqua di mare e la potenza delle onde.

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