[10/04/2008] Trasporti

Scenari e prospettive del trasporto pubblico locale

FIRENZE. Secondo dati Irpet, le famiglie toscane spendono per il trasporto privato una cifra 25 volte superiore a quella spesa per il trasporto pubblico: in media, ogni anno una famiglia toscana dedica cioè il 12% delle proprie uscite economiche all’uso del mezzo privato, e solo lo 0,5% viene speso sul mezzo pubblico. L’obiettivo della Regione, viene ripetuto ormai da tempo, è passare dai 260.000 toscani che attualmente prendono il treno ogni giorno a 500.000, attraverso una politica di trasporto pubblico che punti al massimo grado di integrazione tra i vari tipi di infrastrutture.

Per far ciò, occorre naturalmente un programma integrato per la mobilità. E sembrerà incredibile, ma nonostante sia dalla prima metà degli anni ’80 del secolo scorso che si parla della necessità di un programma regionale per il Tpl, ancora la Regione non ha adottato questo strumento legislativo, limitandosi a programmare la mobilità integrata tramite altri strumenti, come la Conferenza dei servizi minimi e i relativi accordi di concertazione, o il Piano regionale della mobilità e logistica (Prml, approvato nel 2004), che però si è rivelato insufficiente in assenza di dispositivi concreti per la sua attuazione. E’ solo ora, però, che sta partendo l’iter che porterà ad un vero programma integrato regionale, che sarà fattore di aumento dell’efficienza (e della convenienza, sia per l’utente sia per l’azienda interessata a investimenti nel settore) della mobilità pubblica sul territorio toscano.

Sta qui il senso del seminario “Il Trasporto pubblico locale in Toscana: scenari e prospettive sul territorio”, organizzato ieri dalla Regione in preparazione del nuovo Piano regionale del Tpl e della Conferenza sulla mobilità del febbraio 2009. A livello nazionale, secondo Adriano Poggiali (area trasporti e mobilità regione Toscana), «c’è una eccessiva diversificazione degli strumenti e degli approcci adottati, soprattutto riguardo alla regolazione della concorrenza. Il governo Prodi aveva tentato una riforma del Tpl, attraverso il “Tavolo delle riforme e delle regole”, che aveva anche ottenuto il consenso dei soggetti consultati, ma la cosa non è andata in porto».

Comunque la riforma – da cui sarebbe conveniente ripartire con il nuovo governo– prevedeva un costante monitoraggio dei servizi offerti, per qualità e quantità, e un sistema di adeguamenti inflattivi delle tariffe differenziato, a seconda dell’origine – esterna o interna – delle cause di aumento del costo dei servizi. Prosegue Poggiali: «il nuovo Piano di indirizzo territoriale attribuisce un ruolo strategico al Prml e al venturo Programma regionale integrato (Prptl).

In particolare, si vuole rendere efficiente sul piano ambientale e conveniente sul piano economico la mobilità delle persone e delle merci in Toscana. Inoltre il Pit prevede non solo il potenziamento del sistema ferroviario, ma la sua rilevanza primaria nella mobilità intraregionale e nella intermodalità del trasporto pubblico. Il Prml ha sostanzialmente quattro obiettivi: orientare la mobilità verso l’uso del mezzo pubblico; superare il deficit infrastrutturale; migliorare la sicurezza e l’intermodalità; incrementare i passeggeri del 70% nel 2010 rispetto al 2003. Gli strumenti proposti sono il cadenzamento dei treni (al fine di un facile e mnemonico rapporto degli utenti con gli orari: va in questa direzione l’iniziativa “Memorario”, adottata fin dal 2001), l’integrazione tariffaria (progetto “Pegaso”, che permette di usufruire di tutti i mezzi pubblici con un solo abbonamento mensile), l’incremento della velocità commerciale e della regolarità del servizio, lo sviluppo del sistema di informazione per l’utenza, il rinnovo del parco rotabile».

Abbiamo quindi una nutrita serie di strumenti pianificativi per il trasporto pubblico e per la mobilità, in Toscana. Strumenti che prevedono anche e soprattutto lo sviluppo di un sistema integrato, condizione necessaria per un accesso diffuso, e non “di nicchia”, dell’utenza al servizio, e per suscitare l’interesse degli investitori. Ma agli strumenti teorici e di ampia visuale, alla “pianificazione” cioè, non si sono ancora accompagnati, in molti casi, dispositivi concreti e specifici, e cioè ancora non abbiamo una “programmazione” che della pianificazione possa costituire il compimento. Siamo pieni di piani, ma non abbiamo ancora programmato i programmi.

E’ anche opinione dell’Assessore al territorio e infrastrutture Riccardo Conti, che in chiusura ha indicato le linee da seguire: «le scelte impegnative hanno bisogno di concordia politica. Il lavoro adesso va programmato in scadenze, in percorsi, in proposte. Vi invito a tenere presente che si prevede un ambiente politico piuttosto turbolento, almeno fino alle comunali del 2009 e le regionali del 2010. Comunque, il “Programma” ha caratteristiche più prescrittive del “Piano”. I piani forniscono scenari, regole, obiettivi, ma poi occorrono programmi di attuazione, dettagliati e cogenti».

«Il programma regionale integrato per il Tpl - prosegue Conti - deve diventare il tema dominante di questa fase finale di legislatura: mi aspetto che per fine 2008-inizio 2009 siano preparate le linee del programma: il Tpl integrato deve diventare “servente” dell’obiettivo di portare 500.000 toscani in treno. Ciò anche per fornire alle aziende interessate al settore una prospettiva industriale: le gare devono essere europee, e per attrarre partner europei ci vogliono sistemi integrati ed efficienti, e una dettagliata programmazione. Ma attenzione: il linguaggio della liberalizzazione è ampiamente parlato in Toscana, e offriamo spazio a tutti. Ma i progetti di gara devono uniformarsi agli obiettivi che perseguiamo: i progetti che saranno presentati nelle gare dovranno essere sempre e comunque ad altissimo tasso di integrazione».

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