[14/04/2008] Consumo

L’industria metallurgica, l’ambiente e la qualità, tra l’Italia e la Cina

LIVORNO. Secondo Fan Gang, membro del Comitato della politica monetaria della Banca popolare di Cina (la banca centrale) il rallentamento dell’economia Usa potrebbe costare un abbassamento dell’1% del Pil cinese ed un calo di un punto di Pil americano porterebbe ad una diminuzione del 5 o 6% delle esportazioni cinesi verso gli Usa.

Un rallentamento forse del tutto non sgradito alla Cina sempre più alle prese con la gestione di una crescita fuori controllo, e che permetterà un intervento statale di adeguamento, un cambiamento dei flussi di esportazione, una politica iniziata con il rafforzamento del yuan sul dollaro e con la speranza che la crisi occidentale porti nuovi capitali stranieri freschi in Cina.

Intanto la Cina, approfittando del grande scarto tra i prezzi interni e quelli internazionali, a marzo ha esportato 4,16 milioni di tonnellate di acciaio, 1,05 milioni in più rispetto a febbraio.

Il prezzo dell’acciaio cinese è inferiore di 200 dollari alla tonnellata rispetto a quello internazionale e le esportazioni hanno ripreso a volare, così come il consumo di carbone per produrlo. Ma la crisi si fa sentire anche nel settore metallurgico: le esportazioni del marzo 2008 sono inferiori del 22,6% rispetto a quelle del 2007. Nel primo trimestre hanno totalizzato 11,39 milioni di tonnellate, meno 19,3% su base annua, ma il loro valore è cresciuto del 7,6%. Secondo il governo cinese la ripresa del valore dell’acciaio è anche il frutto della soppressione della detassazione sui beni consumatori di energia destinati all’esportazione.

Mentre la Cina fa i suoi conti tra mercato interno ed estero, si discute di industria metallurgica anche in Italia, sempre più preoccupata da uno scenario caratterizzato dalla presenza di Cina, India e Russia che mette in discussione la competitività dell’Europa, soprattutto per l’approvvigionamento di energia e materie prime.

La mostra-esposizione internazionale dedicata all’alluminio (Metef) che si è svolta a Montichiari (Bs) ha organizzato una interessante tavola rotonda sulle prospettive future della metallurgia in particolare per la politica energetica e la normativa ambientale applicate all’industria metallurgica. «Non c’è dubbio che il futuro di questo importantissimo settore – ha detto Massimo Serafini di Legambiente, intervenuto al dibattito - è condizionato da tre problemi, quello energetico, quello della materia prima e quello della concorrenza sleale che, nell’era della globalizzazione, i prodotti europei e italiani in particolare, subiscono dai colossi cinesi e indiani. Legambiente è convinta che non è possibile vincere la lotta ai cambiamenti climatici se non viene ridefinito un accordo multilaterale che coinvolga sia gli USA che i paesi emergenti, ma il rilancio del nucleare non rappresenta una risposta né per ridurre il costo dell’energia, né per rispondere ai problemi del clima”.

L’associazione ambientalista pensa che per affrontare il problema dell’estrazione delle materie prime per la metallurgia, i rottami abbiano un valore strategico per ridurla. Sul fronte della “concorrenza sleale” che viene dall’estero e della quale le vicende cinesi sono l’esplicazione più evidente, per Serafini e Legambiente «l’unica via percorribile per Legambiente è quella che punta sulla qualità dei prodotti e dei processi e sulle normative che possano difenderla. Come siamo favorevoli al coinvolgimento dei paesi in via di sviluppo nella lotta all’effetto serra siamo anche favorevoli a normative che impongano ai prodotti di importazione una certificazione che ne attesti la qualità e la sostenibilità sociale e ambientale».

Al Metef hanno partecipato 568 espositori dei quali 181 provenienti da Albania, Brasile, Bulgaria, Croazia, Egitto, Grecia, India, Indonesia, Iran, Marocco, Messico, Montenegro, Repubblica Ceca, Romania, Russia, Polonia, Serbia, Slovenia, Turchia, Ucraina, Ungheria, ed ha ospitato Metalriciclo, un’area dedicata al riciclo dei metalli, all’efficienza energetica, alla qualità dell’ambiente per un’industria dei metalli sostenibile.

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