[17/04/2008] Comunicati

Ricerca: l’Europa si fa spazio

LIVORNO. Introducendo la riunione informale dei ministri europei che si occupano di competitività e ricerca che si è tenuta a Brdo, il ministro sloveno Mojca Kucler Dolinar ha detto che «l´Europa non ha sfruttato tutto il suo potenziale in materia di ricerca, resta ancora molto da fare, tanto a livello umano che istituzionale, in particolare sul piano della connessione e della sinergia, questo spiega perché gli Stati Uniti e il Giappone sopravanzano sovente l’Europa in materia di innovazione e di competitività, e perché la Cina si avvicina rapidamente a questo trio. Al fine di realizzare pienamente uno Spazio europeo della ricerca che permetta di sviluppare un ambiente più favorevole alla ricerca, è essenziale mettere in opera la Strategia di Lisbona».

Infatti lo Spazio europeo della ricerca (Ser) non si svilupperà davvero se non all’interno di un chiaro quadro di cooperazione tra gli Stati membri dell’Ue e la Commissione europea. La presidenza del Consiglio dell’Ue ha fatto proprio lo slogan della presidenza di turno slovena : "Sy.nergie for Europe"’, ed ha aggiunto «che il modo non aspetterà che l’Europa si metta finalmente d’accordo sulla sua visione di uno Spazio europeo della ricerca e che definisca nei dettagli le prossime tappe da raggiungere. Questo, dobbiamo farlo oggi».

I ministri hanno concordato sulla responsabilità comune degli Stati e della Commissione Ue nella realizzazione dello Spazio comune, ma la discussione su cosa sia il Ser e come farlo è stata molto animata, in particolare riguardo alla libera circolazione dei ricercatori (cioè la fuga di cervelli da un Paese all’altro), su come sviluppare carriere più attraenti, sulla modernizzazione delle università e delle organizzazioni scientifiche per garantire un’eccellenza a livello mondiale, sulla definizione di una strategia armoniosa di cooperazione internazionale nel settore della scienza e della tecnologia.

I ministri si sono impegnati a elaborare una visione comune il più rapidamente possibile per poter mettere a punto le politiche e i piani di azione necessari. Gli stati membri si sforzeranno a scambiarsi esempi e buone pratiche, di elaborare nuovi modelli e di utilizzarli nelle politiche di ricerca nazionali, attraverso il metodo aperto di coordinamento (Moc), sulla base di un’analisi rigorosa della situazione e dello sviluppo di un sistema di informazione.

Le nuove linee di sviluppo rapido ed efficace del Ser si concretizzano nell’avvio del Processo di Lubiana che verrà portato avanti dalla prossima presidenza francese dell’Ue. Sono stati annunciati anche i 22 nomi delle persone che formeranno il Comitato dello spazio europeo della ricerca, tutti personaggi noti provenienti da ambienti scientifici, accademici e dall´industria chiamati a fornire assistenza alla Commissione europea su come modellare e attuare lo spazio europeo della ricerca.

Già nel Libro verde "Lo spazio europeo della Ricerca: nuove prospettive", la Commissione aveva annunciato di voler «riformare il Comitato consultivo europeo per la ricerca (Eurab) al fine di rinforzare il suo ruolo nella realizzazione di uno spazio europeo della ricerca». Il nuovo Erab dovrebbe sviluppare e valutare iniziative politiche e azioni per raggiungere gli obiettivi del Ser, fornendo un rapporto annuale sullo stato del Ser e fornendo pareri su elementi del Ser che prevedono la raccolta dei punti di vista degli organi consultivi della ricerca e della tecnologia degli Stati membri e l’organizzazione di seminari e di un´assemblea due volte l´anno.

Per il commissario europeo per la scienza e la ricerca Janez Potocnik «il dibattito sul Libro Verde sul futuro della scienza in Europa ha dimostrato che c´è un urgente bisogno e l´appoggio necessario per rendere la ricerca in Europa più europea. Questo può essere ottenuto soltanto attraverso partenariati con gli Stati membri, la comunità della ricerca, l´industria e molte altre parti interessate. Conto sul nuovo Erab per consigliare me e i servizi della Commissione su come agevolare lo sviluppo di un vero spazio europeo della ricerca». Tra i 22 scienziati scelti per l’Erab c’è anche un’italiana: Maria Cristina Pedicchio, della facoltà di scienze dell’università di Trieste.

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