[17/04/2008] Rifiuti

Linee guida termovalorizzatori in Toscana: il dettaglio

LIVORNO. Il presidente della Regione Claudio Martini e l’Assessore all’ambiente e all’energia Annarita Barmerini hanno presentato oggi le linee guida sugli inceneritori, già approvate dalla giunta, rivolte ai gestori e agli enti locali. Il manuale messo a punto con la collaborazione di Arpat, ha l’obiettivo di rendere più stringenti, accurati e uniformi i controlli sull’intero ciclo della termocombustione dei rifiuti. Nessuna nuova norma, quindi, ma una guida per una corretta e scrupolosa applicazione della normativa esistente, comprensiva delle sanzioni già previste dalla legge regionale 25/98, in particolare per quanto riguarda la inadempienza rispetto all’obbligo di informazione, pubblicità e divulgazione dei dati sulle emissioni, per cui si chiede anche di utilizzare monitor e pannelli aggiornati oltre che il Sistema informativo regionale ambientale (Sira) per inserire i dati in tempo reale sul sito internet dell’Arpat.

Alle aziende di gestione viene quindi chiesto di garantire ai cittadini informazioni certe, tempestive e continue sulla qualità dei fumi che escono dai camini degli 11 impianti di termo-combustione, di cui 8 con recupero energetico (Arezzo, Livorno, Castelnuovo Garfagnana, Pietrasanta, Pisa, Montale, Poggibonsi, e l’impianto privato dedicato ai rifiuti speciali della Sims di Reggello) e 3 inceneritori senza recupero energetico (quello pubblico di Rufina e quelli privati a Civitella in Valdichiana, per i rifiuti speciali Chimet, e Prato Baciacavallo per i rifiuti speciali Gida), oggi in funzione in Toscana.

Ma le linee guida serviranno anche, soprattutto, per quanto riguarda i nuovi impianti che verranno realizzati in regione, per chiudere il ciclo dei rifiuti che secondo le nuove norme approvate a dicembre prevedono la prevenzione della produzione, raccolta differenziata con il target del 55% al 2010, riciclo e recupero energetico della parte residuale.

I cardini delle linee guida per i gestori degli impianti vecchi e nuovi prevedono quattro regole principali: maggiore attenzione ai rifiuti in ingresso; monitoraggio in continuo delle emissioni, sia al camino che nell’ambiente circostante gli impianti; adozione di manuali di gestione per ciascun impianto cui attenersi scrupolosamente; informazione costante e tempestiva dei cittadini sulla qualità delle emissioni.

Quindi un controllo sull’intero ciclo industriale dei rifiuti avviati all’incenerimento, dall’ingresso all’impianto all’uscita degli scarti. Per i rifiuti in ingresso è previsto un accurato controllo di qualità (che coinvolge sia il conferitore che il gestore dell’impianto) e si chiede in particolare di valutare la misura della radioattività, da cui saranno esonerati gli impianti che trattino esclusivamente rifiuti di propria produzione e nel cui ciclo lavorativo non siano presenti materiali neppure potenzialmente contaminati. Per i rifiuti non accettati deve essere individuata un’idonea area di stoccaggio in attesa della restituzione al conferitore o di altra modalità di smaltimento (non necessariamente presso l’impianto di incenerimento).

Nel processo termico devono essere monitorati in continuo nelle varie fasi e definiti (almeno a livello di manuale di gestione) negli intervalli di normale funzionamento, temperatura e altri parametri di impianto e di combustione, anche laddove non obbligatorio in base alla normativa vigente. In caso di valori registrati fuori intervallo devono essere previste azioni correttive. Per quanto riguarda l’abbattimento di diossine e furani, è opportuno implementare i sistemi di raffreddamento fumi a valle del forno in maniera da limitare la permanenza a 250-400°C, temperatura di riformazione di tali composti. Per i sistemi di abbattimento fumi si richiamano le linee guida nazionali e si raccomanda che i sistemi di trattamento fumi siano dotati di sistemi di controllo in continuo e di allarmi. Si sottolinea inoltre che i parametri di controllo della funzionalità dei sistemi di depurazione assumano a livello di gestione importanza non minore di quella della determinazione della concentrazione di inquinanti in emissione.

Il monitoraggio delle emissioni deve essere previsto nelle modalità fissate dalle norme di riferimento nazionali, (meglio ancora la norma tecnica di riferimento in ambito Comunitario, UNI EN 14181, più onerosa in termini di determinazioni analitiche, ma maggiormente cautelativa riguardo l’affidabilità dei dati) cui va aggiunto, nel caso di impianti di abbattimento di Ossidi di azoto, con impiego di ammoniaca, il monitoraggio in continuo di questa, anche per una corretta aggiunta del reattivo. Si consiglia anche la misura in continuo del mercurio, sia per la rilevanza sanitaria di tale inquinante, sia per la disponibilità sul mercato di strumentazione idonea. Per gli altri parametri (diossine, idrocarburi policiclici aromatici, metalli) per non esistono sistemi di misura in continuo alle emissioni, si richiede di integrare le misure manuali previste dalla norma, con l’utilizzo dei campionatori automatici per le diossine e l’analisi dei campioni prelevati; la correlazione dei dati analitici con i parametri gestionali dei sistemi di trattamento fumi pertinenti e con l’emissione di particolato rilevata in continuo.

Oltre al piano di monitoraggio e controllo per cui viene definito opportuno che sia redatto secondo i criteri e le procedure Ippc (prevenzione e riduzione integrata di inquinamento), si introduce anche un piano di monitoraggio ambientale, all’esterno del perimetro dell’impianto, attraverso l’individuazione di recettori sensibili e dei parametri da rilevare. Per recettore sensibile si intende la popolazione (per i parametri che caratterizzano la qualità dell’aria) e i terreni circostanti l’impianto nonché i prodotti vegetali su di esso coltivati (per gli inquinanti persistenti che determinano l’accumulo, tipicamente metalli, diossine, IPA e PCB). Riguardo ai parametri da rilevare, nei recettori ritenuti sensibili (da selezionare in base alle singole realtà territoriali riguardo alla presenza di aree urbane, all’orografia del sito e al raggio di influenza dell’emissione) è opportuno il monitoraggio di tutti gli inquinanti normati (e di prossima regolamentazione) a cui l’impianto può dare un contributo in termini di livelli di concentrazione ambientale.

Infine particolare attenzione deve essere posta nella diffusione dei dati alla popolazione e si prevede una specifica procedura per gestire eventuali casi di eventi anomali e accidentali, di cui si dà accurata e dettagliata definizione.

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