[18/04/2008] Consumo

Il fumo nuoce gravemente alla salute. O No?

LIVORNO. Il tema non è nuovo per greenreport, ma la notizia che la commissione agricoltura del parlamento europeo ha approvato, a larga maggioranza, la relazione di Sergio Berlato che propone il finanziamento del fondo europeo del tabacco e la proroga fino al 2013 del regime di sostegno per il settore del tabacco, ci pare degna per riproporre qualche riflessione sulla difficoltà di governare complessità quale è la sostenibilità.

Sergio Berlato, coordinatore di tutte le delegazioni europee che fanno parte del Gruppo Uen, ha sottolineato che «la proroga arriva fino al 2013, e cioè fino termine delle prospettive finanziarie dell’Unione Europea, ed aumenta di ben 81 milioni di euro la disponibilità del Fondo europeo del Tabacco».

«Ha prevalso la ragionevolezza - ha continuato Berlato - Se è legale fumare, produrre e vendere i prodotti da fumo, è evidente che l´effetto di un eventuale e sconsiderata eliminazione degli aiuti avrebbe determinato un automatico aumento delle importazioni, che già oggi superano il 75% del fabbisogno europeo, da Paesi terzi, dove il tabacco, peraltro, non fornisce le stesse garanzie di controllo sanitario ai consumatori. Al problema del fumo - ha proseguito Berlato - si sarebbe quindi aggiunto un forte aggravio della bilancia commerciale dell´Unione Europea, e nelle zone tabacchicole europee si sarebbe determinato un devastante impatto sull´occupazione e le economie locali, senza avere in cambio nessun vantaggio».

«La decisione di questa mattina - ha continuato - raggiunge il duplice obiettivo di rafforzare le azioni di lotta al tabagismo e allo stesso tempo consente di difendere i posti di lavoro, le economie ed il tessuto sociale in regioni spesso svantaggiate dove la coltura del tabacco, senza alternative, e´ l´unica fonte di reddito possibile per oltre 500.000 famiglie».

Soddisfatto anche il segretario nazionale della Uila-Uil Pietro Pellegrini che ha detto: «È un risultato importante che premia il lavoro e la compattezza di agricoltori, trasformatori, lavoratori e sindacati che, insieme, hanno chiesto di lasciare più tempo al settore del tabacco per organizzarsi e, soprattutto si sono battuti affinché, anche questo settore, potesse rientrare tra le filiere agroindustriali più importanti. Ha prevalso la consapevolezza alla demagogia della Fischer Boel che considerava la coltura del tabacco una coltura “non etica” e che riteneva che il disaccoppiamento totale fosse un’arma contro il tabagismo. La riforma Ocm invece – prosegue - non ha sin qui dato i risultati attesi: infatti sono aumentate le importazioni di tabacco da paesi extraeuropei, non sono aumentati i redditi degli operatori, non c’è stato il previsto aumento dei prezzi e si è ridotta drasticamente, di circa 25 mila unità l’occupazione collegata alla coltura e – conclude - alla trasformazione del tabacco».

Dunque, per non far perdere l’unica fonte di reddito per 500mila famiglie in Europa, si è disposti a incentivare la coltura di un prodotto che provoca nel mondo 3,5 milioni di morti l´anno (1 vittima ogni 10 secondi) di cui: 2 milioni nei Paesi industrializzati e 1 milione nei Paesi emergenti. Le sigarette, lo abbiamo già detto altre volte, sono diventate la prima causa di morte evitabile: in mezzo secolo hanno ucciso 60 milioni di persone più che due guerre mondiali. Nessuno vuole affamare quelle 500mila famiglie e probabilmente non è con le proibizioni (di cui nessuno parla peraltro) delle sigarette che si metterebbe fine a quel numero enorme di morti (che poi hanno come sappiamo un costo sociale ed economico negli stati elevatissimo); ma che sia l’Unione Europea a dare questi finanziamenti ci pare inaccettabile. Le multinazionali del fumo – sotto attacco e già condannate da class action - hanno imperi enormi e si permettono di spendere e spandere in promozioni miliardarie: perché deve essere la comunità a pagare due volte? Qualcuno ce lo spieghi.

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