[18/04/2008] Energia

Il doppiopetto di Putin, il caffetano di Gheddafi e il nucleare libico

LIVORNO. Sono lontani i tempi del pericolo Gheddafi che sparava missili sovietici sfiatati verso Lampedusa, dei bombardamenti americani sulle tende beduine del capo della Grande Jamāhīriyya Araba di Libia Popolare e Socialista libico, e del blocco economico imposto anche perché la Libia non si dotasse di impianti nucleari civili che sarebbero potuti servire all’allora Stato canaglia del Regno del male a creare qualche bomba atomica da piazzare nel bel mezzo del Mediterraneo. Quel che non è riuscito a Berznev è riuscito a Putin semplicemente dismettendo la divisa da agente del Kgb dell’Urss ed indossando il doppio petto da presidente della Federazione Russa; Gheddafi non ha nemmeno dovuto togliere il suo caffetano. Libia e Russia hanno firmato ieri un succulento contratto di fornitura di armi ed un altro ancora più impegnativo: un accordo quadro nel settore dell’applicazione pacifica dell´energia nucleare e sui relativi programmi operativi.

Secondo fonti libiche: «I due Paesi si sono messi d’accordo durante la visita del presidente russo Vladimir Putin per sottoscrivere questo accordo-quadro per fare tutto il possibile per garantire lo sviluppo della cooperazione tra Libia e Russia in questo settore». Il nucleare è forse il più delicato (e stranamente il più ignorato dai commentatori) tra i dieci mega-accordi e memorandum di intesa sottoscritti da Muammar Gheddafi e da Vladimir Putin per rafforzare le relazioni bilaterali tra Libia e Russia e che riguardano l´economia, il commercio, gli investimenti, l’energia, i trasporti, le prospezioni petrolifere e minerarie, la produzione di gas e petrolio, l´industria, le costruzioni e progetti infrastrutturali di grande portata come ferrovie ed aeroporti.

L’eterno Gheddafi si è seduto sulle dune di sabbia ad aspettare che passasse la nottata e ora si gode il rientro in società: è bastato schierarsi contro un morto che camminava, Saddam Hussein, per avere condonato senza pentimento tutte le accuse che aveva sulla testa, e la taglia americana si è trasformata presto in un passaporto per i grandi affari.

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