[21/04/2008] Energia

Autorizzata la ricerca di metano in Maremma

LIVORNO. Per il momento sarà solo un pozzo esplorativo quello che la società Independent energy solutions srl è stata autorizzata a realizzare nel Comune di Roccastrada (Gr). La zona interessata è di 16 chilometri quadrati, in un’area prevalentemente agricola in località Ribolla, all’interno della quale la società avrà fino a quattro anni di tempo per realizzare un pozzo esplorativo, per verificare se negli strati profondi (7-800 metri) esista, e in quale misura, un giacimento di metano tra gli strati di ligniti risalenti al Miocene.

Solo se la ricerca darà esiti positivi, al permesso di ricerca dovrà essere aggiunta una richiesta di concessione per l’effettivo sfruttamento di un giacimento, procedura per la quale diventerebbe obbligatoria la valutazione di impatto ambientale, che invece per questa prima fase la Regione ha ritenuto non doversi chiedere.

In questa fase infatti al posto della Via sono stati esclusi i cosiddetti “impatti critici negativi non mitigabili” e sono state comunque dettate alla Independent energy solutions srl, ventisei prescrizioni da rispettare sotto il profilo progettuale, ambientale, acustico, geologico, idrico, degli ecosistemi e dell’assetto territoriale. Spetterà alla Provincia di Grosseto e al Comune di Roccastrada, che hanno dato parere favorevole, vigilare sulla loro osservanza e in un’ottica di maggior trasparenza possibile sul sito del Comune (www.comune.roccastrada.gr.it) saranno pubblicati tutti gli atti relativi ai risultati degli studi e delle ricerche che la società realizzerà sul territorio di Roccastrada.

Uno degli aspetti particolari del progetto è legato alla possibilità di reimmissione di anidride carbonica negli strati profondi del sottosuolo, il cosiddetto sequesto della Co2: se la ricerca di metano avrà successo e se successivamente verrà concesso il permesso di sfruttamento, nella fase finale dell’estrazione è previsto l’utilizzo del giacimento di lignite come sede di stoccaggio geologico definitivo di una quantità l’anidride carbonica pari al gas combustibile estratto.

L’operazione, pur trattandosi soltanto di una ricerca, qualche dubbio lo crea, visto che comunque si tratta di investimenti che ancora oggi vengono indirizzati alle fonti fossili. E’ pur vero che i soldi ce li mette un privato, ma la Regione potrebbe quanto meno cercare di spingere nuovi investimenti verso le fonti rinnovabili. Per esempio verso l’eolico, che invece proprio in Toscana (nonostante il Pier in discussione in questi giorni preveda al 2020 300 nuovi Mw) subisce di fatto una moratoria da parte degli uffici tecnici della Regione, tanto che in 7 anni sono state installate appena una manciata di torri.

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