[22/04/2008] Comunicati

Earth Day, buoni propositi e impronte

LIVORNO. L’Earth Day, la giornata della terra nata negli Stati Uniti il 22 aprile del 1970 in seguito all’appello lanciato dal senatore democratico Gaylord Nelson, non ha mai riscosso grande successo in Italia, gran parte delle associazioni ambientaliste hanno altri appuntamenti fissi simili e solo il Wwf, la più anglosassone e internazionale delle associazioni ambientaliste italiane, insieme a Greenpeace, si occupa della ricorrenza.

A sentire i commenti di oggi sulle trasmissioni generaliste di radio e tv, però l’Earth Day sembra destinato a diventare una specie di San Valentino dell’ambiente, le buone proposte semplicistiche (e lo sciocchezzario) si sprecano, tutti ci sentiamo più buoni ed amanti della natura. Almeno fino a che i buoni, semplici e fastidiosi propositi non sono davvero da mettere in pratica domattina. Ma, come insegnano le campagne nazionalpopolari di Legambiente e del Wwf, semplificare serve a volte a far capire e il Panda è convinto che l’Earth Day sia «Un appuntamento diventato per tutto il mondo il simbolo della sensibilità ambientale di massa». Ma naturalmente il Wwf non si ferma alle buone parole contenute nel cioccolatino da primo amore, lo scarta e lo analizza, ad iniziare dal "Living Planet Report 2006" che aveva segnalato «un degrado degli ecosistemi naturali, un ritmo senza precedenti nella storia della specie umana».

Lo stato del pianeta ed il ritmo di consumo di terreno fertile, acqua, risorse forestali, specie animali, comprese le risorse ittiche, indicavano che la popolazione umana entro il 2050 avrebbe raggiunto un ritmo di consumo pari a due volte la capacità del pianeta, insostenibile per la terra che è un sistema biologico chiuso. Ora il Wwf sta lavorando ad un nuovo Living Planet Report che sarà reso pubblico ad ottobre, ma i dati sin qui raccolti purtroppo confermano gli andamenti negativi della nostra pressione sulle risorse naturali.

«I segnali che arrivano dalla terra – spiega una nota del Wwf - confermano quanto previsto e ci riconducono ad un pensiero rispetto al ruolo dell´uomo sul pianeta, un pensiero ancora più importante visto l´anniversario che si celebra oggi dell´Earth Day. I segnali di stress ci sono tutti e ci colpiscono direttamente, non fanno sconti: povertà e cibo, crisi energetica e cambiamenti climatici, scarsità di acqua che dalle aree più povere del pianeta si estendono ad aree storicamente fertili, a culle della civiltà quali il nostro mediterraneo».

Il Panda sottolinea le 3 grandi emergenze: energia, cibo e acqua che incidono sul benessere e la capacità di sostentamento delle popolazioni umane, «ed hanno tutte la stessa “madre”, ovvero la terra. La buona gestione del pianeta è il presupposto per garantire che queste risorse siano disponibili per tutti. La capacità di prendersi cura del proprio territorio e conformare le nostre abitudini ad un uso prudente e responsabile delle risorse limitate a disposizione sono presupposti fondamentali per recuperare lo stretto, imprescindibile legame tra uomo e terra. Sono questi bilanci globali e questi segnali di crisi a spingere il WWF a richiamare la centralità dei temi ambientali non solo nei nostri comportamenti quotidiani di cittadini, ma anche nelle decisioni collettive che i governi dei singoli paesi sono chiamati a prendere».

Uno degli indicatori del Living Planet Report era l´Impronta Ecologica, il consumo di risorse naturali da parte dell´umanità che è più che triplicato da 1961 al 2003, superando del 25% la capacità bioproduttiva dei sistemi naturali utilizzati dall’uomo, nel 2001 era del 21%. A crescere di più è il peso della CO2 derivante dall´uso di combustibili fossili, aumentata di nove volte dal 1961 al 2003.

«L´Italia – spiega il Wwf - ha un´impronta ecologica (sui dati 2003) di 4.2 ettari globali pro capite con una biocapacità di 1 ettaro globale pro capite, dimostrando quindi un deficit ecologico di 3.1 ettaro globale pro capite. Nella classifica mondiale è al 29° posto, ma in coda rispetto al resto dei paesi europei. E´ di tutta evidenza che anche il nostro paese necessita di avviarsi rapidamente su una strada di sostenibilità del proprio sviluppo integrando le politiche economiche con quelle ambientali. Solo tenendo in conto la natura saremo in grado di fornire il giusto valore al nostro "benessere" e di procedere a politiche energetiche, dei trasporti, di uso del territorio capaci di rispettare il nostro straordinario Bel Paese, facendo fruttare al massimo i suoi elementi di qualità».

E Michele Candotti, direttore generale del Wwf Italia sottolinea che «Siamo in un debito ecologico estremamente preoccupante, considerato che i calcoli dell´impronta ecologica sono per difetto. Consumiamo le risorse più velocemente di quanto la Terra sia capace di rigenerarle e di quanto la Terra sia capace di "metabolizzare" i nostri scarti - E questo porta a conseguenze estreme ed anche molto imprevedibili. E´ tempo di assumere scelte radicali per quanto riguarda il mutamento dei nostri modelli di produzione e consumo. Siamo tutti consapevoli che i cambiamenti necessari per ridurre il nostro impatto sui sistemi naturali non saranno facili ma si basano su straordinarie qualità umane: la capacità di innovazione, la capacità di adattamento, la capacità di reagire alle sfide. E´ da come impostiamo oggi la costruzione delle città, da come affrontiamo la pianificazione energetica, da come costruiamo le nostre abitazioni, da come tuteliamo e ripristiniamo la biodiversità, che dipenderà il nostro futuro». Buon Earth Day.

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