[24/04/2008] Trasporti

Trasporto pubblico, servizio pubblico e crescita del sistema toscano

FIRENZE. Come abbiamo già scritto su queste pagine, è l’integrazione tra i vari piani gestionali il problema principale delle politiche riguardanti il trasporto pubblico, in Toscana: il Piano regionale della mobilità e logistica (Prml) risalente al 2004, non ha ancora avuto applicazione pratica in assenza di strumenti concreti per la sua attuazione. Per fine 2008, inizio 2009, è prevista la redazione, perlomeno a livello di bozza, del Programma regionale integrato per il Trasporto pubblico (Prptl), che dovrebbe appunto configurarsi come dispositivo di attuazione del piano, con l’obiettivo ormai noto di portare a 500mila (dai 260mila attuali) il numero di toscani che ogni giorno prendono il treno, entro il 2013.

Il Tpl è uno degli aspetti del servizio pubblico che (insieme ad altri, come la gestione delle risorse idriche e le politiche dei rifiuti) più sono visibili (e giudicabili) dai cittadini: la percezione che l’individuo ha dell’efficienza del sistema globale dei servizi è in stretta connessione con la percezione dell’efficienza dei trasporti pubblici. Di conseguenza, è soprattutto sul Tpl che il servizio pubblico deve investire in immagine e in risorse, se vuole evitare di essere percepito come “socialismo municipale” o come emblema di “costo della politica”, come ha dichiarato ieri Alfredo de Girolamo, presidente di Cispel confservizi, nel convegno dedicato al servizio pubblico. Ma se in Toscana quasi tutti gli ambiti di intervento del servizio pubblico (acqua, vendita e distribuzione gas, rifiuti, farmacie, edilizia, parcheggi) sono in sostanziale pareggio di bilancio (al limite in leggero passivo), è il Tpl l’unico ambito in cui si ha una perdita: nel 2006, secondo dati Cispel, si è avuto un passivo di circa 14,9 milioni di euro. Le previsioni per il 2007, in attesa dei dati definitivi, prevedono solo un leggero ridimensionamento del passivo per un settore che occupa la maggior quantità di lavoratori (circa 4700) rispetto a tutti gli altri, all’interno dei servizi pubblici della regione.

La Finanziaria 2008, comunque, ha stanziato un fondo specifico per il Tpl e per il rinnovo del parco veicoli. Secondo il sindaco di Firenze e presidente dell’Anci, Leonardo Domenici, «il quadro del Tpl è molto vario, in Europa e in Italia. In Toscana, ma anche a livello generale, esiste un problema di risorse, di come individuarle e di come utilizzarle: Anci aveva proposto di destinare parte dell’accisa sul carburante al trasporto pubblico, incrementandone le risorse senza costi aggiuntivi per il consumatore. Se invece si sceglie di utilizzare i fondi per il rinnovo dei contratti collettivi di lavoro, non va bene: il Tpl ha bisogno di risorse per rinnovarsi, per risanarsi economicamente, per fare le gare. Le priorità sono l’efficientamento dei servizi, una gestione il più possibile integrata dal punto di vista modale, e la chiarezza nelle competenze».

Il sindaco di Livorno, Alessandro Cosimi, si dice «preoccupato per il Tpl. Il problema è importante soprattutto per le zone interne della Toscana, quelle meno integrate col sistema economico e con quello dei trasporti. E’ necessario portare veloci miglioramenti, anche per andare verso un vero settore manifatturiero di qualità. Anche la situazione generale dei servizi pubblici ci vede in ritardo, manca ancora una cultura industriale e occorrono direttrici chiare». Parere con cui concorda Lorenzo Becattini, presidente di Toscana Energia: «occorre una Regione più attenta, che sostenga il processo di integrazione e la creazione di una prospettiva industriale, prima delle elezioni del 2010. I processi del settore dei servizi pubblici in Toscana sono processi deboli, specialmente rispetto al quadro del nord Italia».

Paolo Abati, presidente di Consiag, ritiene «fondamentale la stabilità normativa: come si può chiedere a un’azienda di investire, se essa non sa se domani sarà ancora esistente? Questo è basilare. Poi ci sono le gare da fare: e sono un’ottima cosa, perché la concorrenza (se è vera concorrenza) non può che far bene. Occorre stabilire dei range di qualità che le aziende devono impegnarsi a garantire, poi a quel punto le aziende scelgono la strategia più appropriata». Questo vale sia per il Tpl che, in generale, per il servizio pubblico: «la nuova legge regionale (approvata in Giunta, deve ora passare per il Consiglio, ndr), così com’è, non servirà allo sviluppo e alla riorganizzazione del servizio pubblico in Toscana: la Regione deve avere più coraggio e puntare in maniera ancora più decisa sugli approvvigionamenti energetici ed in particolare sulle energie rinnovabili».

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