[12/01/2006] Energia

Eolico, la corsa a ostacoli delle pale che sfruttano il vento

LIVORNO. L’energia eolica è ritenuta da molti la più concreta e matura alternativa al petrolio. Alcuni paesi europei (Germania. Danimarca, Spagna) hanno puntato su questa energia rinnovabile, l’Unione Europea dice che nei prossimi anni potrebbe coprire il 20% dell´intero fabbisogno energetico del Continente, ma le pale stentano ad affermarsi, in Italia ed in Toscana. Molte le perplessità, le nette contrarietà che si fondano soprattutto con l’impatto paesaggistico delle pale e sul fatto che le zone più vocate sono spesso protette da vincoli ambientali. Divise le associazioni ambientaliste con posizioni che spaziano da quella nettamente contraria di Italia Nostra a quella favorevolissima di Legambiente.
Ma in Toscana gli impianti eolici si stanno realizzando? A che punto siamo nella nostra Regione? Cominciamo a chiederlo a Lorenzo Partesotti, consulente di società eoliche. «L’unico progetto approvato e in corso di realizzazione è quello di Monte Vitalba, nel Comune di Chianni. Sette aerogeneratori che produrranno 6 Mw, in un anno si prevede di produrre l’energia per i consumi domestici di 15-20.000 persone, si potranno così evitare emissioni di 6.000 tonnellate di
CO2 , l’equivalente di quanto farebbero 600 ettari di bosco di alto fusto». «Un altro progetto – aggiunge Partesotti – è stato autorizzato ad Edison nel Comune di Montemignaio, ma è fermo per problemi di costi di allacciamento posti da Enel, si tratterebbe del raddoppio da 3 a 6 macchine che attualmente producono 1,8 Mw. E’ in corso di approvazione con la prossima conferenza dei servizi il progetto di Pontedera che prevede 4 aerogeneratori da 2,2 Mw. In Toscana ci sono una ventina di progetti bloccati per questioni di valutazione di impatto ambientale, impatto paesaggistico, richieste di integrazioni, presenza di siti di interesse comunitario o zone di protezione speciale. In genere questi progetti non sono respinti formalmente».
Come si sblocca questa situazione? «Stiamo per presentare progetti in siti già monitorati – precisa Partesotti – dove non sono presenti sir ed altre protezioni ambientali, in zone lontane da centri abitati e senza la necessità di costruire nuove strade di accesso. Penso che in questo modo si possano mettere insieme protezione dell´ambiente e del paesaggio e necessità di realizzare impianti per l´utilizzo di una fonte rinnovabile indispensabile».
La Provincia di Livorno, per la sua esposizione e la presenza delle isole dell´arcipelago, dovrebbe essere tra le più interessate allo sviluppo dell´eolico. E’ così? Lo chiediamo a Roberto Bianco, Direttore di Ealp, l’agenzia energetica provinciale. «Per quello che sappiamo esistono diverse proposte di realizzazione di impianti, quasi tutte da parte di Asa – dice – e riguardano diverse zone della provincia: l’area industriale del Picchianti a Livorno, l’interporto di Guastocce, l’area industriale di Piombino che riprende e restringe il vecchio e contestato progetto di 79/80 pale e lo confina nella zona industriale; Rio nell´Elba, ma qui sembrano esserci difficoltà di carattere ambientale».
«Sempre all’Elba – prosegue Bianco – c’è il progetto già presentato dal Comune di Campo che riguarda i siti di Monte Tambone e Serrone di San Martino. Come Ealp abbiamo in corso un’indagine anemometrica sul porto di Livorno, in collaborazione con Sniat e Global service».
A quanto pare le grosse eliche sollevano molte perplessità e problemi, ci sono alternative?
«Abbiamo ricevuto un finanziamento dalla Regione Toscana per una ricerca sul mini-eolico fino a 20 Kw, per produrre energia da scambiare in rete. Partiremo presto con questa ricerca che si avvale della collaborazione del Dipartimento di ingegneria aerospaziale dell´Università di Pisa e di Globalservice».

Torna all'archivio