[05/04/2006] Energia

Il Comitato anti-Olt risponde a Martini e prepara il ricorso al Tar

LIVORNO. «Preferiamo non scendere sul piano del presidente della Regione Martini o del sindaco di Livorno Cosimi. Le offese le lasciamo agli altri. Strano, però: criticano Berlusconi e poi usano gli stessi suoi toni. Pazienza...». Così Maurizio Zicanu, fra i più assidui militanti del Comitato contro la realizzazione della piattaforma off-shore al largo delle coste livornesi, risponde alla stoccata giunta da Firenze e sostenuta anche dall´amministrazione livornese. «Ci accusano di strumentalizzazione a fini elettoralistici - dice Zicanu - ma questo riguarda prima di tutto loro: hanno firmato un´autorizzazione a fine febbraio, forse non sapevano che ad aprile si vota? E poi il nostro Comitato non è un soggetto politico. Ci sono esponenti di alcuni partiti, ma le loro beghe interne nell´attività del Comitato non entrano di certo».

Gli esponenti del raggruppamento anti-off shore hanno anche annunciato che presenteranno un ricorso al Tar della Toscana contro le autorizzazioni rilasciate dalla Regione e dal Ministero dell´ambiente. Il ricorso, che sarà curato dall´avvocato pisano Giancarlo Altavilla, porterà le firme dei Comitati di Livorno e Pisa, che in questa battaglia hanno ormai trovato una stabile saldatura. Intanto venerdì pomeriggio ci sarà una manifestazione in programma a Livorno, in Via del Giglio, dove saranno proiettate le immagini dei video che ritraggono i rischi derivanti da impianti che lavorano gas.

Beatrice Bardelli, giunta da Pisa per partecipare alla conferenza stampa indetta del Comitato livornese, ha anche ricordato che la Regione avrebbe dovuto compiere valutazioni più approfondite «su molti aspetti, uno dei quali l´intesa con gli enti locali anche al fine di promuovere momenti di consultazione o partecipazione fra i cittadini, ma non l´ha fatto».

«L´impressione - dice invece Massimo De Santi, fisico nucleare che fa parte del Comitato - è che avessero deciso di fare quest´impianto indipendentemente da ogni valutazione di carattere tecnico. Non voglio parlare di irregolarità, ma credo che non sia azzardato dire che c´è stata leggerezza e pressapochismo nel valutare le questioni di sicurezza. Se ricordiamo ciò che fece la Toscana trent´anni fa, quando si parlò di nucleare, elaborando volumi sulla questione, non possiamo che concludere che purtroppo si è persa una prassi democratica, nella nostra terra».

Mario Martelli è tornato ad insistere sul fatto che «non si è dato peso alla valutazione di una commissione ministeriale composta da tecnici, che aveva espresso parere negativo per progetti del genere». «Noi - ha proseguito Martelli - diciamo no all´impianto perché temiamo ripercussioni negative sulla nostra economia. Non si riesce a distinguere fra interesse collettivo e interesse di gruppi d´investimento, ecco che cosa non va bene».

Infine Alessandro Trotta, segretario provinciale di Rifondazione comunista, ha rivendicato al Comitato un merito su tutti: «Senza la sua azione non ci sarebbe stato né dibattito sulla questione né un minimo di informazione. Ci avrebbero raccontato che questo impianto portava solo benefici, quando sappiamo che non è così».

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