[29/04/2008] Energia

Il “biocarburante” di guerra di Gaza

LIVORNO. La necessità aguzza l’ingegno e forse l’assediata striscia di Gaza è diventata il luogo del mondo dove si utilizzano più carburanti alternativi, non certo per rispetto dell’ambiente, devastato da una presenza umana brulicante e da un’edilizia che farebbe rimpiangere certe coste del nostro sud devastate dall’abusivismo edilizio, ma per l’embargo energetico decretato da Israele che continua le sue incursioni e i suoi bombardamenti.

Lo smog da cattivo carburante è stato sostituito da un odore da friggitoria mediorientale che proviene dalle auto che circolano utilizzando al posto del gasolio una miscela fatta di un 30% di prodotti petroliferi non ben definiti e dal 70% di olio di sesamo. Un carburante a basso prezzo che di “bio” ha ben poco e che presto blocca i motori. Ma un litro di gasolio ormai nei campi profughi di Gaza costa 10 dollari, un patrimonio per gente che vive grazie agli aiuti umanitari, quando arrivano dalle blindate frontiere che chiudono questa specie di inferno in terra nel quale Hamas ha creato la sua piccola e infelice repubblica islamica.

La striscia di Gaza, con 1,5 milioni di abitanti che si stipano in 360 chilometri quadrati (grande poco più di una volta e mezzo dell’Elba), è bloccata da un embargo che dura da oltre 20 giorni, dopo che i miliziani di Hamas avevano attaccato il terminal di carburante Israeliano di Nahal Oz, il governo di Gerusalemme ha chiuso tutti i rubinetti energetici permettendo solo il rifornimento della centrale elettrica palestinese ad olio combustibile dell’enclave.

Il 24 aprile l’ufficio dell’Onu per i rifugiati palestinesi e del Medio Oriente (Unrwa) e il Programma alimentare mondiale hanno sospeso il loro aiuto alla popolazione per mancanza di carburante. Dai ricchissimi stati arabi che galleggiano sul petrolio non arriva nient’altro che un po’ di infuocata solidarietà a buon mercato. Intanto i palestinesi si stanno ingegnando a far andare le loro auto anche con il gas delle bombole da cucina, il gas, finche dura, è usato dappertutto ed in tutti i tipi di veicoli, ed è difficile convincere del pericolo che corre a causa di questo “adattamento” gente che vede morire bambini e donne a causa delle cannonate che cadono dal cielo e che spara alla cieca razzi artigianali verso gli insediamenti civili israeliani al di la del confine blindato.

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