[30/04/2008] Rifiuti

Rifiuti di Bagnoli, il Comitato: «Scaduti i tempi dell´accordo»

PIOMBINO. Quattro mesi sono passati: niente è stato fatto e i nodi vengono al pettine. Gli amministratori di Piombino non sono neanche in grado di rispettare gli accordi che loro stessi sottoscrivono. L’art. 4, comma 10, dell’Accordo di Programma sui fanghi di Bagnoli sottoscritto il 21 dicembre prevedeva infatti che “Ferme restando le necessarie autorizzazioni in materia di gestione dei rifiuti e nel rispetto della staticità che il manufatto dovrà avere in rapporto alla destinazione d’uso prevista, i volumi residui delle casse del Porto di Piombino saranno prioritariamente utilizzati per il recupero dei rifiuti derivanti dalle attività industriali che insistono nel sito di Piombino. A tal fine, entro quattro mesi dalla stipula del presente Accordo di Programma Quadro, si provvederà alla definizione di un specifico Accordo di Programma tra Ministero dell’Ambiente e Tutela del Territorio e del Mare, Regione Toscana, Provincia di Livorno e Comune di Piombino per la gestione dei rifiuti speciali prodotti del sistema industriale presente nel medesimo sito”.

Di questo Accordo, che era condizione necessaria all’attuazione del “progetto fanghi”, non esiste nessuna notizia certa, nessuna informativa sui contenuti. A parte qualche annuncio elettorale del sindaco, niente di niente. I quattro mesi previsti dall’intesa sono ormai passati e quindi l’intero accordo quadro è da considerarsi nullo. La stessa Regione Toscana aveva detto che la validità complessiva dell’operazione era subordinata alla stipula di questo secondo accordo sulla bonifica del SIN di Piombino.

Inoltre nell’Accordo di dicembre il Comune si impegnava ad adottare l’atto di pianificazione del porto e delle aree limitrofe, la cosiddetta Utoe 9. Ad oggi niente è stato fatto conoscere pubblicamente. Trattandosi del più importante atto della pianificazione di Piombino, deve essere reso noto immediatamente quanto sta facendo il Comune e deve essere avviata un’ampia discussione su quelle scelte, una discussione che non può essere certo compressa in pochi giorni, come purtroppo fa da anni l’amministrazione comunale, negando ogni reale forma di partecipazione dei cittadini alle scelte. Bisogna che la pianificazione portuale sia messa a conoscenza della città con congruo anticipo e sia aperta al contributo di tutti i soggetti.

In terzo luogo, un’ordinanza del Presidente del Consiglio del 1 febbraio 2008 (n. 3654), passata in sordina a Piombino, ha dichiarato la “cessazione” dell’emergenza per la bonifica di Bagnoli. Essendo l’APQ Bagnoli-Piombino tutto impostato sulla logica dell’emergenza, ed essendo venuta meno tale emergenza, è evidente che anche per questo motivo esso decade nella sua interezza. Dovrà quindi essere riproposta la soluzione della bonifica in “situ” a Napoli, dove esistono progetti per vasche sul porto in cui possono essere refluiti benissimo i rifiuti di Bagnoli con tempi più rapidi e costi infinitamente più bassi.
Per tutti questi motivi è giunta l’ora di cambiare fase e di ammettere che, come abbiamo sempre sostenuto, l’operazione “fanghi di Bagnoli” è un’operazione sbagliata, costosa e ora anche inattuabile. I fanghi di Bagnoli non possono e non devono arrivare a Piombino.

Sui ritardi denunciati dal Comitato No fanghi di Piombino rispetto alle condizioni previste nell’accordo, firmato a dicembre, per il trasferimento dei rifiuti provenienti dalla colmata di Bagnoli nelle vasche del porto toscano, abbiamo sentito il sindaco Gianni Anselmi. Il primo cittadino di Piombino ha declinato però l’invito a rispondere nel merito alle questioni sollevate dal comitato No Fanghi e ha dichiarato che:
«La progettualità sul sin di Piombino, anche per effetto dell’accordo di programma quadro Piombino Bagnoli, è fra le più avanzate se non la più avanzata sull’intero territorio nazionale, con riferimento alle bonifiche, alla pianificazione dell’area industriale e portuale alla progettualità delle industrie e alla interlocuzione istituzionale e tecnica con i ministeri coinvolti, la regione Toscana e la provincia di Livorno. Le polemiche tardive sul tema credo che interessino poco ai cittadini che sanno bene che le loro cose sono in mano a persone serie». Attendiamo quindi gli eventi futuri.



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