[30/04/2008] Vivere con cura di Marinella Correggia

Tutti ecoeducatori civici

ROMA. Cruccio diffuso: come si convince al cambiamento la maggioranza delle persone (e le istituzioni e la politica) visto che né l´informazione ormai massiccia né il catastrofismo finora hanno pagato? Il meteorologo nonché comunicatore Luca Mercalli ha di recente dichiarato che il metodo giusto va ancora trovato. Eppure non si tratta nemmeno di essere generosi verso la Terra o le generazioni future, perché già le conseguenze devastanti si manifestano nel presente. Secondo lui gli umani si comportano ancora come i cacciatori primitivi, e cioè: reagiscono all´ultimo momento solo in base a un pericolo immediato, senza pensare alla prevenzione. Che non fa parte del patrimonio mentale dei più nemmeno sul lato della salute, figurarsi su quello dell’ambiente. Nel caso della maggioranza degli italiani c’è poi, rispetto ad altri popoli, una mancanza di senso civico, di cultura del bene comune e dei i beni comuni. L’individualismo familista o al massimo amicale ha la meglio; “Nessuno mi ha mai confessato un peccato ambientale", ha detto il missionario Alex Zanotelli; (e nemmeno sociale, come il non aver pagato le tasse). Infine, c’è la tendenza diffusa a dire: “va beh, ma anche se cambio io, che cosa succede? Non serve a niente”. Altri invece ragionano nel brevissimo periodo, e trovano più conveniente andare avanti con il consumismo inerte.

Del resto le persone si trovano prigioniere di lavori, ruolo, orari, abitudini, induzioni che, insieme all’ignoranza, poco favoriscono il cambiamento. Allora, come arrivare e con quali messaggi anche a chi è o sembra più indifferente? Voler diffondere abitudini ecoempatiche e l’etica della cura è un bisogno dell’animo e una necessità politica, planetaria quanto locale. Occorre infatti il consenso della maggioranza per cambiare le cose; il resto è testimonianza.

Tutti noi, se siamo convinte/i della necessità di una svolta equa ed ecologica, e la stiamo praticando, dovremmo autonominarci ecoeducatori civici. Se fossimo anche solo il 20 per cento della popolazione, a dire e suggerire in qualunque ambiente, saremmo una massa critica “ambulante” in grado di influire. La sanzione sociale plasma la mentalità come e più delle leggi. Deve diventare fuori moda, non trendy, pacchiano ogni comportamento non sostenibile e non civico.

Contro l’obiezione classica: “tanto che cosa posso fare io?”, una comunicazione che porta all´azione si basa sulla chiamata in causa: se non sei parte della soluzione sei parte del problema. E: si può, anche tu puoi. E "se pensi di essere troppo piccolo per essere efficace vuol dire che non sei mai stato a letto con una zanzara" dice il proverbio. Questo è il messaggio che dobbiamo far passare. L’altro messaggio è che cambiare è anche piacevole, una volta trovata la nuova strada.

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