[09/05/2008] Comunicati

Autorizzazione integrata ambientale, Italia messa in mora dall´Ue

LIVORNO. Nonostante il Decreto legge che ha prorogato al 31 marzo 2008 il termine fino al quale gli impianti in attesa del rilascio dell’autorizzazione integrata ambientale (Aia) possono continuare a svolgere la propria attività in base al pregresso regime, un nuovo processo di infrazione nei confronti dell’Italia e di altri nove Stati Ue ha preso il via il 6 maggio scorso: l’esecutivo comunitario ha inviato la lettera di messa in mora alla Repubblica italiana per l’omesso rilascio di autorizzazioni nuove e l’omessa rivisitazione di quelle esistenti (in particolare per gli impianti in funzione dal 30 ottobre 1999).

La violazione ipotizzata riguarda la direttiva 2008/1 una sorta di opera di codificazione e non una nuova disciplina perché armonizza in un unico testo la storica direttiva Ippc (96/61/Ce) e le numerose modifiche ed integrazioni apportate nel tempo.

Dunque la normativa comunitaria continua a subordina l’attività di determinati impianti industriali a elevato potenziale di inquinamento (elencati negli allegati della direttiva tra cui le attività energetiche, quelle di produzione e trasformazione dei metalli, l’industria dei prodotti minerali, l’industria chimica, la gestione dei rifiuti, l’allevamento di animali) all’autorizzazione integrata: una particolare autorizzazione pubblica che racchiude in un unico atto amministrativo il permesso a rilasciare inquinanti in aria, acqua, suolo, ma solo se vengono rispettate precise condizioni ambientali ossia l’utilizzo delle migliori tecniche disponibili (come quelle che permettono di produrre minori quantitativi di rifiuti, di utilizzare sostanze meno pericolose, eccetera); la prevenzione di gravi fenomeni di inquinamento; la prevenzione, riciclaggio o eliminazione dei rifiuti; l’efficace utilizzo dell’energia; la prevenzione degli incidenti e la limitazione delle conseguenze; la bonifica dei siti inquinati.

In Italia è il decreto legislativo 18 febbraio 2005, n. 59 (così come modificato successivamente anche dal Dlgs 4/08) che ha recepito la direttiva del 96 e ha previsto la disciplina per l’Aia. Con successivi Dm poi sono state indicate le linee guida per l’individuazione e l’utilizzazione delle migliori tecniche disponibili per determinati settori.

E con Dl 180/2007 pubblicato in gazzetta ufficiale del 31 ottobre 2007 (data di scadenza prevista dall’Ue per l’adeguamento) è stato differito il termine per il rilascio dell’Aia al 31 marzo 2008. Proroga giustificata dal fatto che le oltre 8 mila aziende che avevano l’obbligo di presentare la domanda di autorizzazione non hanno avuto risposta nei tempi previsti. Dunque un intervento normativo d’urgenza reso necessario non tanto da ritardi delle imprese - che invece avevano presentato le domande nei termini previsti - quanto per le inadempienze burocratiche di molte amministrazioni che non erano state (e forse non lo sono ancora) in grado di soddisfare tale impegno.

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