[06/04/2006] Urbanistica

Segnali ambientali, la Toscana migliora ma rimangono i problemi

FIRENZE - La Regione ha presentato "Segnali ambientali", il rapporto annuale sul sistema ambiente della Toscana, frutto del lavoro di assessorato all’ambiente e agenzie regionali. Ne parliamo con Mauro Grassi (nella foto), dirigente del settore ambiente della Regione.

Che Toscana emerge dal rapporto “segnali ambientali”?
«Emerge una regione che migliora in vari indicatori generali: dissesto idrogeologico, qualità delle acque superficiali e potabili, aree protette sia per quantità che per qualità ed in quelli relativi agli inquinanti tipici delle città e delle arre industriali inquinanti. Rimangono alcuni elementi critici, soprattutto il Pm10 che aumenta. Una crescita che dipende forse anche dal fatto che questo inquinante oggi lo rileviamo molto di più grazie al moltiplicarsi dei controlli. Certo che dobbiamo mettere in campo politiche per attaccare il Pm10, abbiamo già iniziato con le misure sul parco macchine e con l’accordo con i comuni. L’altra questione è quella dell’aumento delle emissioni di anidride carbonica, e questo mette in difficoltà la Regione anche per il rispetto del protocollo di Kyoto sulla riduzione delle emissioni. Insomma i nostri principali nemici sono Pm10 e Co2».

In che rapporto stanno i rigassificatori proposti sulla costa con il piano energetico regionale?
«Per ora l’unica autorizzazione regionale è solo quella per l’Olt di Livorno, ma la regione è molto interessata alla riconversione a gas, non solo per il rigassificatore ma anche in relazione al gasdotto algerino. Noi abbiamo posto nel piano energetico proprio la necessità della trasformazione energetica da olio a gas delle centrali e vogliamo supporti capaci di garantire questa riconversione».

Si fa un gran parlare di biomasse, ma quale è la reale capacità di sviluppo di questo settore?
«E’ evidente che per le biomasse non si può pensare a grandi quantità di produzione energetica, ma sono comunque una fonte importante. In questo campo ci sono tante iniziative in corso ed in progetto. Stiamo pensando ad un utilizzo delle biomasse in relazione al potenziamento della geotermia, con un´integrazione tra le due fonti ci sarebbe un 30/40% di incremento energetico e livelli di efficienza del geotermico molto più elevati. Altre azioni si stanno programmando con il dipartimento agricoltura per le aziende agricole, in modo che le biomasse possano servire a una migliore conduzione delle fattorie e delle aziende, con un incremento di reddito da aggiungere alle attività tradizionali. Si pensi solo al grande interesse che c’è oggi intorno ai biocarburanti».

La produzione di rifiuti urbani cresce del 4,7% e sale anche quella degli speciali. Come si conciliano questi dati con l’impegno della regione a diminuire del 15% i rifiuti entro 4 anni? E con quali azioni?
«Le azioni sono quelle classiche contenute anche nel nuovo piano ambientale. Vogliamo stringere accolrdi soprattutto con le grandi aziende, con i grandi produttori di rifiuti e di imballaggi, per concordare azioni per la riduzione. Il 15% di riduzione significa che bisogna porre un limite per non prendere come dato naturale ed inevitabile la crescita. Da una parte quel dato è una posizione politica, un messaggio che dobbiamo dare ai cittadini, dall’altra ci richiama ad azioni concrete. Sappiamo che sarà difficilissimo ottenere una riduzione del 15%, ma non possiamo prendere il 4,7% di crescita dei rifiuti come naturale, è una crescita che bisogna spezzare con azioni di riduzione che coinvolgano cittadini, istituzioni e imprese».

Torna all'archivio