[14/05/2008] Comunicati

Il progetto casa: tra sostenibilità sociale e ambientale

ROMA. Che problemi si evocano quando si parla della questione della casa? Essa raggruppa in sé problemi sociali, ambientali ed urbanistici di notevoli proporzioni. Quelli sociali bastano poche cifre per evidenziarli: dal 2000 ad oggi mentre il reddito dei lavoratori dipendenti è stazionario, il costo delle aree edificabili e di costruzione sono rispettivamente aumentati del 35 e del 18% determinando un aumento del 70% del prezzo delle abitazioni e del 114% dei canoni di affitto: risultato di tutto ciò 40.000 sfratti per morosità, 600.000 domande di edilizia pubblica inevase e soprattutto l’impossibilità per i giovani di lasciare la casa dei genitori.

Altrettanto evidenti sono i problemi ambientali ed urbanistici: sfrenato consumo di suolo, patrimonio edilizio con prestazioni energetiche mediocri, costruito con materiali di bassa qualità e quartieri degradati privi di servizi in cui degrada la coesione sociale. E’ paradossale che la politica si divida sulle “grandi opere” da fare e fra queste non compaia mai la riqualificazione delle nostre città. Nelle scorse settimane Cgil, Legambiente, Sunia e due categorie sindacali importanti come gli edili e i pensionati hanno presentato un progetto che se realizzato risponderebbe contemporaneamente alla domanda abitativa, in particolare di giovani ed immigrati, offrendo un milione di case in affitto concordato, ai principali nodi ambientali spostando le attività edilizie dal nuovo alla riqualificazione (prestazioni energetiche, barriere architettoniche, messa a norma impianti elettrici) del già costruito ed infine alla carenza di servizi in cui degrada la qualità della vita dei cittadini (da quello idrico, a quello dei rifiuti, alla mobilità collettiva, a quelli culturali).

Fare convergere in un’unica piattaforma obiettivi più squisitamente sociali (diritto alla casa, affitti concordati, occupazione) con quelli ambientali e di coesione sociale (minore consumo di suolo, efficienza energetica, ciclo integrale dell’acqua, raccolta differenziata, mobilità collettiva, cultura ed istruzione, servizi di cura per anziani e bambini) ha permesso l’incontro fra le organizzazioni sindacali (pensionati edili e inquilini) e un’associazione ambientalista come Legambiente.

In altre parole ha consentito la costruzione di uno schieramento sufficientemente rappresentativo per riuscire a trasformare questo progetto in una vertenza che punti alla mobilitazione dei giovani, degli inquilini e dei lavoratori e dei pensionati per far sì che la proposta conquisti il quadro normativo, gli strumenti fiscali e le risorse economiche necessarie. Non basta ciò che stabilisce l’ultima legge finanziaria e cioè gli sgravi fiscali per le ristrutturazioni energetiche.

Serve una decisione politica generale che indichi un progetto preciso: uscire dalla logica delle grandi opere puntando a ridurre l’occupazione di suolo, la risorsa forse più limitata di questo paese. La prima occasione in cui la costruzione di questa vertenza andrà verificata sarà partecipare in massa alla manifestazione nazionale sul clima del 7 giugno che si svolgerà a Milano, anch’essa promossa da Legambiente e sindacati e da numerosissime associazioni.

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