[16/05/2008] Urbanistica

Geotermia e acquifero dell´Amiata riprendono gli studi

LIVORNO. I ricercatori del dipartimento di Scienze ambientali e Scienze della Terra dell’Ateneo senese hanno ripreso lo studio principale sulle possibili interferenze tra geotermia e acquifero che serviranno a completare il quadro delle analisi commissionate in questi anni dalla Regione Toscana per stabilire la compatibilità dell’attività geotermica con la tutela del territorio e della vita degli abitanti.
Contemporaneamente i tecnici regionali stanno infatti lavorando alla redazione del bilancio idrico dell’Amiata che definirà, sulla base degli studi in corso e di quelli pregressi, le azioni necessarie a salvaguardare l’acquifero.

Lo studio dei ricercatori sugli acquiferi sarà consegnato nei prossimi mesi con un po’ di ritardo visto che i tecnici sono stati impegnati in questi mesi per preparare il dossier che invece è stato appena consegnato sull’allarme lanciato a febbraio dal geologo Andrea Borgia circa possibili rischi di esplosioni sull’Amiata causati dello sfruttamento geotermico.

I risultati di questa particolare indagine sono tranquillizzanti per le popolazioni locali che, secondo i docenti senesi del gruppo di lavoro coordinato dal professor Carlo Gaggi, non corrono alcun rischio.

La relazione e i relativi allegati, che saranno visibili a partire da lunedì sul sito internet della Regione, sono stati inviati nei giorni scorsi agli amministratori locali delle aree interessate e sono il frutto di una richiesta che la Regione ha immediatamente formulato all’Università di Siena in seguito all’allarme lanciato dal geologo.

«Le tesi espresse dal dottor Borgia nella lettera all’assessore Bramerini risultano scientificamente insostenibili, palesemente contraddittorie e smentite dai dati acquisiti sul campo. L’allarme lanciato dal dottor Borgia è, in conseguenza, da ritenersi privo di fondamento» si legge infatti nella relazione consegnata dai ricercatori senesi.

Si tratta quindi di affermazioni che secondo l’Università di Siena fanno emergere «con tutta evidenza come le tesi portate avanti poggino su un impianto teorico tutt’altro che solido» ma, visto che l’allarme ipotizzava rischi per la popolazione, gli studiosi hanno provveduto a richiedere accertamenti urgenti sulla sismicità locale, sui principali parametri del serbatoio geotermico, sulla portata delle sorgenti e sulla composizione chimica delle acqua potabili. Da quanto si legge nella relazione, supportata da sei allegati, non risulta alcun fatto anomalo.

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