[22/05/2008] Energia

Nucleare in Italia? L’opposizione non ci sta

LIVORNO. Arrivano le prime reazioni alle dichiarazioni della presidente di Confindustria Emma Marcegaglia favorevoli al rilancio immediato del nucleare in Italia e dell’accoglienza entusiastica che hanno avuto da parte del premier Silvio Berlusconi e dal suo ministro per lo sviluppo economico Scajola.

A rompere quella che sembrava una tacita acquiescenza del Partito Democratico, è Roberto Della Seta, responsabile ambiente del Pd: «il ritorno al nucleare in Italia è una strada vecchia, ideologica, velleitaria e impopolare: c´è da sperare che il governo Berlusconi invece di imboccare questo tunnel senza uscita, lavori con forza per rispondere in modo moderno e innovativo ai problemi epocali posti dal caro-petrolio e dai mutamenti climatici: cioè puntando sull´efficienza energetica e sulle fonti rinnovabili. Anziche inseguire improbabili fughe all´indietro, la via maestra per “rottamare” l´oro nero è scoprire finalmente il nostro oro giallo, l´energia del sole. Le attuali tecnologie nucleari non hanno risolto i problemi di sicurezza e impatto ambientale, e questa è la ragione per cui da oltre dieci anni nessun Paese industrializzato, nemmeno quelli che hanno più nucleare, hanno più costruito nuove centrali. E’ giusto che l´Italia s´impegni nella ricerca per il nucleare sicuro, ma oggi la priorità è migliorare l´efficienza energetica e sviluppare le energie rinnovabili: in entrambi i campi siamo agli ultimi posti in Europa, e in particolare, è una vera insensatezza che in quello che per tutto il mondo è il Paese del sole, l´energia solare - da tutti gli esperti considerata la risorsa energetica risolutiva per il futuro - sia sostanzialmente inesistente».

Sulla questione interviene per conto dei Verdi l’ex parlamentare Angelo Bonelli: «Il nucleare è una scelta sbagliata perché è antieconomica, vecchia e pericolosa. L’energia atomica da fissione non ha risolto i gravissimi problemi delle scorie radioattive e dei costi enormi. Questi problemi hanno già portato importanti paesi europei come Svezia, Germania ed Olanda ad uscire dal nucleare e a puntare con forza su energie pulite, rinnovabili e sicure. Se il governo Berlusconi vorrà portare il Paese in questa follia, un incidente ad una centrale nucleare può distruggere la vita per secoli, saremo pronti a proporre un nuovo referendum come abbiamo fatto oltre 20 anni. L´Italia deve dire si all´idrogeno ed all´energia solare».

Per Mirko Lombardi, responsabile ambiente di Rifondazione Comunista, e Walter Mancini, responsabile vertenze territoriali Prc, «Non ci sorprende la dichiarazione del Ministro Scajola relativa all´avvio delle procedure per costruire centrali nucleari nel nostro Paese. Vogliamo soltanto ricordare che eventuali realizzazioni di centrali avranno tempi molto lunghi (2020-2030) e costi elevatissimi. Sarebbe invece necessario che il Governo Berlusconi si impegnasse con una politica seria per il maggior utilizzo di fonti rinnovabili (eolico e fotovolataico), scongiurando così scelte che il nostro Paese ha fermamente respinto con il referendum».

Il ministro ombra dell’ambiente aveva già criticato Berlusconi che nella sua replica in Senato aveva rilanciato l’opzione nucleare. «Definire ineludibile il ritorno al nucleare, invece, è come vedere un film brutto e già visto – aveva detto Ermete Realacci – Se parliamo di ricerca sul nucleare di quarta generazione siamo d´accordo. Nella scorsa legislatura, all´unanimità, la commissione per l´ambiente, il territorio e i lavori pubblici della Camera ha votato una risoluzione in cui invitava l´Italia a essere presente nella ricerca di un nucleare che affronti i temi della sicurezza e dello smaltimento delle scorie. Ma questo nucleare oggi non esiste e pensare di parlare di vecchie centrali nucleari nel nostro Paese sarebbe uno spreco in termini economici e anche una scelta sbagliata dal punto di vista energetico».

Torna all'archivio