[26/05/2008] Energia

I safari energetici dell’Africa nera

LIVORNO. In Ruanda Il direttore generale di Electrogaz, la società pubblica dell’elettricità e dell’acqua, John Milenge, si trova di fronte all’aumento vertiginoso dei costi dell’energia ed ha reso noto che il governo spende 36 milioni di dollari al mese per far funzionare le centrali elettriche del Piccolo Paese. Il costo del diesel è ormai diventato insostenibile per i piccoli impianti termici ed i gruppi elettrogeni dei villaggi e il governo non è ormai più in grado di fornire energia a tutti i cittadini.

Milenge è andato alla televisione nazionale del Ruanda per lanciare l’allarme ed ha svelato che il governo di Kigali sta lavorando a misure meno care: l’estrazione del metano dal fondo del lago Kivu e la costruzione di una grande centrale a petrolio che dovrebbero fornire rispettivamente 70 e 20 megawatt di elettricità. Il lago Kivu conterrebbe 55 milioni di metri cubi di metano ad una profondità di 300 metri, il governo pensa di sfruttarne una parte nelle due centrali di Gisenyi e Kibuye, il resto verrà esportato nei Paesi vicini.

Secondo Milenge, il forte deficit energetico del Ruanda non può essere risolto con l’utilizzo dell’acqua, di cui il Paese è ricchissimo, a causa della debole produzione delle centrali idroelettriche, ma ha assicurato che «l’obiettivo del governo è quello di produrre almeno 150 megawatt attraverso differenti fonti di energia a basso costo in modo sufficiente da supportare la crescita industriale e di altri investimenti nel Paese».

Nella vicina Tanzania, l’ambasciatore del Brasile, Appio Claudia Acquarone, ha annunciato che il suo Paese conta di fornire alla Tanzania la tecnologia per la produzione di etanolo da canna da zucchero. In una conferenza stampa a Dar es Salaam, il diplomatico brasiliano ha detto che «la Tanzania ha l’opportunità di adottare la tecnologia dell’etanolo, e sarò felice di arrivare ad introdurla in questo Paese. Se riuscirò a trasferire questa tecnologia, penso che potrei rientrare a casa mia tranquillamente», ed ha portato l’esempio energetico brasiliano, «dove il 45% di tutti i veicoli utilizzano attualmente il biocarburante estratto dall’etanolo».

Naturalmente il governo della Tanzania è molto interessato, ed il Brasile si fa così largo nei vasti spazi africani convinto che è quella la strada per superare gli Stati Uniti e diventare il più grande produttore-esportatore di etanolo del mondo.

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