[26/05/2008] Parchi

Tozzi si complimenta col Cfs per l’arresto del cacciatore-sabotatore amico dei cinghiali

PORTOFERRAIO. (Livorno). Il presidente del parco nazionale dell’Arcipelago toscano Mario Tozzi ringrazia «il Coordinamento territoriale dell’Ambiente del Corpo forestale dello Stato di Portoferraio e, in particolare, il Comandante Carlo Chiavacci, che con l’abilità e l’impegno dei suoi uomini ha scoperto e denunciato un trasgressore che stava manomettendo una gabbia per la cattura dei cinghiali, installata in una località vicina al centro abitato di Nisporto, nel Comune di Rio nell’Elba».

Tozzi fa riferimento al fermo di un altro cacciatore che è stato beccato all’Elba dal Cta del Corpo Forestale dello Stato mentre cercava di sabotare una delle trappole che il Parco ha messo in opera in circa 40 siti per catturare i cinghiali che sono diventati un vero e proprio flagello per la biodiversità, l’agricoltura e i giardini dell’isola. «Lo slogan “l’Elba agli elbani” – dice ironica Legambiente Arcipelago - si è presto trasformato in “i cinghiali sono nostri e nessuno li tocchi”».

Infatti il sabotatore, che farebbe parte di una delle più note squadre di caccia al cinghiale dell’Elba, e noto per essere stato uno dei più accesi esponenti di quello che fu il movimento antiparco, è stato preso mentre nel cuore della notte danneggiava per l’ennesima volta la trappola situata nelle vicinanze di Nisporto, una località balneare nel Comune di Rio nell’Elba.

«Il costo per la comunità di questi atti vandalici è molto alto in termini di sicurezza per i cittadini, di spreco di danaro pubblico e di danni alle colture, - dice Mario Tozzi - ma nessuno vuole criminalizzare i cacciatori, né dare colpe ai Comuni, come qualcuno ha voluto interpretare. Il Parco cerca collaborazione da parte di tutte le persone di buon senso, da tutte le istituzioni e dalle forze dell’ordine. Abbiamo la prova che la collaborazione e l’impegno funziona e vogliamo seguire questa strada. Chiedo alle associazioni venatorie di stigmatizzare questi sabotaggi e di espellere dalle squadre di caccia al cinghiale e dalle associazioni stesse questi vandali. Sarebbe importante la loro collaborazione con le forze dell’ordine per individuare gli attori di queste pratiche nocive».

Una posizione molto dialogante e simile a quella degli ambientalisti, però Legambiente sottolinea che questa «E’ la conferma che una frangia di cacciatori sta sabotando le trappole dei cinghiali del Parco, è infatti la seconda volta che uno di loro viene fermato mentre danneggia i “chiusini”, causando un danno anche economico a tutta la collettività elbana. I danneggiamenti sono ripresi con forza quest’anno, sia per impedire la messa in opera di nuove trappole che come reazione al record di catture del 2007: oltre 750 cinghiali catturati nell’Area protetta. Evidentemente gli amici dei cinghiali ne vogliono mantenere tanti e disponibili per la caccia e il bracconaggio estivo. Dell’agricoltura e della difesa del territorio e dell’ambiente a questi attempati teppisti non interessa nulla».

I sabotaggi si svolgono con modalità fantasiose: distruzione dei “chiusini”, sabotaggi dei meccanismi di scatto per la cattura, liberazione dei cinghiali, spargimento di sostanze repellenti, fino ad arrivare a defecare all’interno della gabbia. Dopo la loro introduzione all’Elba negli anni ’60 a scopo venatorio, i cinghiali (di origine centroeuropea e incrociati anche con i maiali domestici) hanno raggiunto il numero di 3 mila capi e si sono rivelati un vero e proprio flagello per l’agricoltura e stanno letteralmente mangiandosi la ricca e delicata biodiversità faunistica e vegetale dell’Elba, in particolare bulbacee, piccoli mammiferi, rettili, anfibi e l’avifauna nidificante sul terreno o nei cespugli.

Anche Legambiente si complimenta con il Corpo Forestale dello Stato e con il parco «per un’operazione che dimostra che le chiacchiere sugli “animalisti” filo-cinghiali o le ditte escluse dalla gestione delle trappole non c’entrano niente con i sabotaggi reiterati e continui, attuati per impedire che le catture di cinghiali abbiano successo, per poi magari andare in giro a dire che se ci sono troppi cinghiali è colpa del Parco Nazionale».

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