[28/05/2008] Comunicati

Il Giappone e l’Africa, tra crescita, aiuti e global warming

LIVORNO. 40 presidenti e primi ministri dei Paesi africani sono riuniti Yokohama per discutere con il governo giapponese delle strategie e dei piani di azione per il futuro per una crescita rapida e sostenibile del continente africano. L’occasione è data dalla quarta Tokyo International Conference on African Development (Ticad) che è iniziata oggi, un summit organizzato dal governo del Giappone, dal consigliere speciale per l’Africa dell’Onu, dal Programma Onu per lo sviluppo (Undp) e dalla Banca mondiale.

Il tema della conferenza è pieno di buone intenzioni: “Towards a vibrant Africa: A continent of hope and opportunity”, ma l’incontro si trova a fare i conti con necessità contraddittori: la crescita economica, la sicurezza e i problemi ambientali e climatici in Africa. Per la crescita economica si deve ancora capire come rendere più autonoma, più globale e più indirizzata verso i poveri la forte crescita economica che pure si registra in Africa, mentre crescono le rivolte del pane e rispunta lo spettro della carestia e della fame.

Per quanto riguarda la sicurezza il Giappone pensa di favorire con i propri aiuti quei Paesi africani che rispettino gli Obiettivi del millennio dell’Onu e che consolidino la pace e il buon governo. Tutto questo deve fare i conti con i cambiamenti climatici che colpiscono l’Africa e che sono la principale causa dei problemi della regione, fino a rallentarne lo sviluppo. Prima della riunione, il ministro degli esteri giapponese, Masahiko Koumura, ha detto che la Conferenza dovrà approvare la "Dichiarazione di Yokohama" sui principi di base per lo sviluppo in Africa e il «Piano di azione di Yokohama ed il Meccanismo di attuazione di Yokohama, che definiscano una road map per iniziative relative ad obiettivi misurabili».

I risultati della riunione verranno sottoposti al summit del G8 che si terrà dal 7 al 9 luglio in Giappone. Il governo giapponese a ripreso a muoversi in Africa dopo che la Cina e più recentemente l’India hanno “invaso” il continente a caccia di mercati e risorse, ma ha molto da recuperare, visto che l’aiuto del Giappone ai Paesi africani è calato: secondo un rapporto internazionale, nel 2007 l’aiuto del Paese del Sol Levante all’estero era sceso del 30% e il Giappone è quinto tra i grandi donatori.

Quindi, fin dall’apertura della Conferenza di Yokoama, il Giappone ha annunciato che raddoppierà il suo aiuto all’Africa ed i suoi investimenti sul continente ed ha assicurato che presenterà una propria iniziativa di lotta contro il cambiamento climatico che punta a ridurre della metà le emissioni di gas serra entro il 2050. Il Giappone si è anche impegnato a concedere all’Africa un prestito a basso tasso di interesse per 4 miliardi di dollari.

Nel discorso di apertura il primo ministro Yasuo Fukuda ha annunciato davanti ai rappresentanti dei 52 Paesi africani che il Giappone «offrirà questo prestito in maniera proattiva e flessibile per i prossimi cinque anni e l’offerta andrà sicuramente ad aiutare il miglioramento delle infrastrutture. Prometto che entro il 2012, di qui a cinque anni, il Giappone avrà raddoppiato il suo aiuto allo sviluppo dell’Africa, aumentandolo progressivamente, anno dopo anno, per raggiungere questo obiettivo».

Fukuda ha anche promesso che il Giappone raddoppierà «il suo impegno già avviato e la cooperazione tecnica per l’africa per il 2012». Per quanto riguarda il cambiamento climatico, il premier nipponico ha evidenziato l’importanza di attuare il meccanismo "Cool Earth Partnership", «nel quadro di questo partenariato, il Giappone si impegnerà a fornire un’assistenza ai Paesi in via di sviluppo, compresi i Paesi africani». Fukuda si è detto anche pronto a collaborare per avviare una “rivoluzione verde” in Africa ed ha espresso la volontà di «cooperare con I vari Paesi e le organizzazioni internazionali nei settori dello sviluppo di sistemi di irrigazione, del miglioramento della varietà dei raccolti e della formazione dei lavoratori agricoli».

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