[29/05/2008] Energia

La Russia del petrolio e del gas sarà il Paese delle agroenergie?

LIVORNO. La Russia potrebbe diventare abbastanza presto il più grande fornitore di biocarburanti del mondo. A pensarlo è Ivan Obolentsev, presidente della commissione per il complesso agro-industriale e la politica energetica dell’Unione degli industriali e degli imprenditori (Rssp), la Confindustria della Russia.

«Secondo il ministro dell’agricoltura – ha spiegato Obolentsev - la Russia è in grado di aumentare la raccolta di cereali di 20 milioni di tonnellate all’anno, quanto è sufficiente a produrre 7 milioni di tonnellate di bioetanolo».

In Russia sono già in corso 6 progetti di produzione di bio-combustibili e secondo l’esperto della Rssp «entro qualche mese, 25 imprese che forniranno questo tipo di carburante faranno la loro comparsa nel Paese. Però il bioetanolo non sarà in grado di rimpiazzare completamente il petrolio a causa dell’insufficienza delle materie prime agricole necessarie alla sua produzione in quantità sufficiente. Entro il 2030, i bisogni mondiali di energia aumenteranno del 50%, nella stessa proporzione della domanda di derrate alimentari. Peggio, entro il 2080, la domanda di derrate raddoppierà in rapporto a quella del 2030, questo comporterà necessariamente una fiammata dei prezzi delle materie agricole».

Nemmeno gli sterminati spazi vuoti e i campi abbandonati di una Russia che è in calo demografico potranno essere utilizzati per fare contemporaneamente da granaio dell’appetito famelico degli esseri umani e da nuovo giacimento mondiale dell’energia verde.

Lo stesso Obolentsev sottolinea su Ria-Novosti che «Con l’utilizzo di carburante biologico su larga scala, occorrerà destinare più terre coltivabili ai bisogni dell’energia verde, a detrimento della produzione alimentare. La Russia deve trovare il giusto equilibrio tra l’utilizzo delle materie prime agricole a fini differenti, accordando sempre la priorità alla sua sicurezza alimentare nazionale».

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