[29/05/2008] Comunicati

Chi sarà la prima capitale verde d´Europa?

LIVORNO. A partire dal 2010 ogni anno una città dell’Ue sarà eletta “Capitale verde europea” perché all’avanguardia in materia di soluzioni per la vita urbana, rispettosa dell’ambiente, tendente allo sviluppo sostenibile, insomma un possibile modello di buone pratiche per le altre metropoli europee. E’ la Commissione Europea che ha lanciato il premio in occasione della giornata delle biodiversità del 22 maggio presso il Comitato delle regioni a Bruxelles, dove il Commissario Dimas ha firmato la dichiarazione che istituisce il premio per il 2010 e il 2011 insieme a Paddy Bourke, sindaco di Dublino e presidente dell’Unione delle capitali dell’Unione europea.

Le città dei 27 Stati membri dell’Ue, dei paesi candidati (Turchia, Ex Repubblica iugoslava di Macedonia e Croazia) e dei paesi dello Spazio economico europeo (Islanda, Norvegia e Liechtenstein) con una popolazione superiore ai 200.000 abitanti potranno partecipare alla selezione per la “Capitale verde europea” inviando il modulo online entro il primo ottobre di quest’anno. Poi saranno selezionate dalla giuria che designerà la città vincitrice alla fine di quest’anno.

«Mi auguro che questo premio sia un potente incentivo per i governi e le autorità locali a migliorare le condizioni di vita degli abitanti delle città europee». Ha dichiarato il commissario europeo per l’ambiente Stavros Dimas (Nella foto) «Molte città sono già impegnate a migliorare la tutela dell’ambiente e sono convinto che il premio ne incoraggerà molte altre a seguire questo esempio». Il premio “Capitale verde europea” è infatti, un’iniziativa ideata per promuovere e premiare questi sforzi. Testimonia che la città vincitrice riesce nell’intento di risolvere i problemi ambientali per migliorare la qualità della vita dei cittadini e per ridurre l’impatto globale sull’ambiente. E incentiva le città a trarre ispirazione l’una dall’altra e a condividere le buone pratiche.

Del resto che ci piaccia o no, il 21° è il secolo delle città: a partire da questo anno più della metà della popolazione del pianeta (circa 6miliardi) vivrà nelle città e la popolazione urbana supererà quella rurale. E già lo denunciava il Worldwatch institute nello State of the world 2007 dedicato proprio al tema delle città, sempre più intricata e complessa, di difficile “governo” e di gestione. Così come le definiva l’ecologo Eugene Odun le città sono “un incompleto sistema eterotrofo”, ossia “un sistema dipendente da ampie aree limitrofe per l’ottenimento di energia, cibo, fibre, acqua e gli altri materiali”. Le città sono legate alla natura attraverso i mercati e la tecnologia. Tutte le città devono importare cibo, combustibili e materiali e tutte le città sono mercati. E le città – proporzionalmente al numero di abitanti, ma soprattutto alla loro possibilità economica - consumano molto, inquinano altrettanto, producono quasi niente in termini di energia e di cibo, ma producono molti rifiuti.

Dunque “sostenibile” non significa autosufficienza: una città per intraprendere un percorso verso la sostenibilità deve migliorare la salute e il benessere pubblico, ridurre gli impatti ambientali, impegnarsi nel riciclo di materiali e usare l’energia in modo efficiente. Perché non è realistico pensare che l’economia umana non abbia un impatto sul mondo naturale, ma ciò che produce come ricchezza deve essere ripartita in modo più equo per permettere alla nostra specie di sopravvivere in un mondo di risorse limitate.

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