[29/05/2008] Aria

Brutta aria in Toscana

LIVORNO. Era oggi il giorno delle consultazioni sul Prrm 2008-2010 (Piano di risanamento e mantenimento della qualità dell’aria) tenute dalla commissione Territorio e ambiente del Consiglio regionale presieduta da Erasmo D’Angelis. Sono stati ascoltati Arpat, Agenzia sanitaria regionale, rappresentanti di tutte le categorie economiche, ordini professionali. «Migliorare la qualità dell’aria – ha evidenziato il presidente - significa evitare decessi e malattie, migliorare la qualità dei nostri polmoni e del nostro cuore. È un tema che riguarda tutti e a cui a pieno titolo tutti possono e devono dare il proprio contributo. È una materia che investe vari ambiti: sanità, mobilità, interventi infrastrutturali con investimenti su ferrovie e tramvie. Lavoriamo ad un Piano regionale innovativo che punta a ridurre il rischio degli inquinanti, sapendo però che qui occorrono politiche e ingenti risorse nazionali che ancora non vediamo in bilancio».

Nel corso della consultazione, sono state anche presentate stime dell’impatto delle polveri sottili, in particolare quelle già note dell’Oms e riferite al 2002-2004 /quattro anni fa) di cui ha parlato Annibale Biggeri (Dipartimento di Statistica Parenti dell’Università di Firenze, Unità di Biostatistica, CSPO/ISPO Firenze). 8mila il numero dei decessi che ogni anno in Italia sono legati a incrementi di Pm10 (8.220 morti per l’esattezza vedi pezzo di greenreport del 15/6/2006) sopra il limite di 20mcg/mc, un numero che corrisponde a circa il “nove per cento della mortalità totale” (negli over 30 per tutte le cause, esclusi gli incidenti stradali, ndr). A Firenze, il numero dei decessi si attesta su circa “250 all’anno per gli effetti a lungo termine delle Pm10” (malattie cardiorespiratorie e neoplastiche) e suddivisi in 30 casi di tumore del polmone, 106 casi di infarto e 15 di ictus. Per gli effetti a breve termine, quelli cioè che si verificano nel giro di pochi giorni dal picco di inquinamento, i decessi si attestano tra 28 e 30.

«Sono – ha specificato Biggeri – individui particolarmente fragili per i quali le variazioni orarie o giornaliere delle concentrazioni degli inquinanti possono scatenare eventi potenzialmente letali. In sostanza gli over 65, i diabetici, quelli che hanno malattie cardiache e cardio-polmonari». Per quanto riguarda i livelli di Pm10 misurati a Firenze, ed omogenei per l’area della piana, secondo il rapporto dell’Oms “la media giornaliera nel triennio 2002/2004 è stata di 43,4mcg/mc”. E su questo va segnalato che l’assessore del Comune di Firenze Del Lungo è subito intervenuto con una nota relativa ai dati più aggiornati, ovvero a quelli di questo maggio, durante il quale dice “la media è stata dei 30-40 microgrammi per metro cubo. Gli unici picchi si sono avuti il 27 maggio con 71 mg/m3 su viale Gramsci e 65 mg/m3 in via Ponte alle Mosse e il 28 (57 mg/m3 in via Ponte alle Mosse)». La causa – ha detto sempre Del Lungo - è la sabbia del deserto portata dallo scirocco, non le polveri inquinanti.

Secondo i dati Oms acquisiti dalla Commissione, i trasporti hanno un notevole impatto sull’emissione delle polveri sottili: «Le opere in corso a Firenze – ha detto Biggeri – porteranno ad una riduzione dei livelli di Pm10 dagli attuali 43,3mcg/mc a circa 26,8. I decessi acuti, intesi come a breve termine, e quelli a lungo termine potrebbero calare quasi del 50 per cento».

E sui dati presentati da Biggeri, i componenti la commissione hanno chiesto maggiori delucidazioni. In particolare il segretario Luca Paolo Titoni (Udc) ha chiesto di quantificare meglio la forchetta temporale dei decessi a breve termine. «Il contatto con agenti inquinanti da parte di soggetti particolarmente fragili – ha risposto Biggeri - può portare al decesso anche entro 5 giorni». Paolo Marcheschi (Fi-Pdl), ha spostato l’interesse sulle misure di riduzione del traffico: «Appare evidente che oltre al limite dei 90Km/h, occorre trovare soluzioni adeguate nella qualità dei carburanti. Provvedimenti di limitazione o di blocco del traffico sono totalmente inefficaci». Per Lucia Franchini (Pd), parlare di «risanamento e qualità dell’aria significa integrare interventi che toccano più settori compreso quello della qualità della salute di ogni cittadino». Per Mario Lupi (Verdi), i dati erano «già in parte noti. Occorre lavorare in sinergia e su più fronti senza banalizzare e ridurre tutto allo stereotipo che si muore per le sigarette. Esiste qualcosa di più”. Monica Sgherri ha quindi chiesto di “acquisire tutto il materiale e quant’altro sia necessario a questa commissione per operare tutti gli approfondimenti del caso».

Poi si è tornati a parlare del Piano di risanamento e mantenimento della qualità dell’aria sul quale Roberto Gori Direttore tecnico di Arpat (Agenzia regionale per la protezione ambientale della Toscana) si è così espresso: «Il Prrm tiene in grande considerazione il contributo dato dall’Agenzia. L’atto è complesso e esprime chiaramente conoscenze e prospettive che si intendono tenere. C’è un ottimo livello di integrazione della programmazione regionale che può concorrere al miglioramento dell’aria inserito in un quadro generale più ampio». E sono arrivati i primi suggerimenti sulle azioni da fare data la situazione peraltro come detto nota da tempo: Gori ha quindi suggerito, «data la complessità dell’atto», di «affiancare al testo un documento di più semplice ed immediata lettura». Per Giovanni Pratesi dell’Università di Firenze, serve una “maggiore efficacia ed incisività” e ha proposto di «migliorare la conoscenza sulla composizione e l’origine di Pm10 e Pm2,5, progettare e installare una stazione di osservazione permanente». Secondo Giorgio Morales Difensore civico della Toscana, il «monitoraggio svolto dal sistema integrato della difesa civica conferma le criticità evidenziate nel Piano. In particolare la necessità di intervenire per ridurre il carico di inquinanti di attività industriali, traffico, riscaldamento e condizionamento». Giovanni Barbagli, presidente di Ars (Agenzia regionale di Sanità), ha detto che «Il Piano si caratterizza anche per il contenuto di integrazione con le politiche che interessano più ambiti e settori chiamati in causa per delineare una corretta ed efficace programmazione rivolta a più settori». Per Claudio Bertini, Interporto toscano, «la riduzione del trasporto su gomma è strettamente legata al miglioramento di quello su ferro». In questo senso, sarebbero auspicabili «interventi infrastrutturali e di rinnovo del materiale rotabile».

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