
[30/05/2008] Consumo
BRUXELLES. La pesca professionale è sempre più in difficoltà per l’aumento del prezzo del petrolio, ma il settore ha anche la necessità di una ristrutturazione che si annuncia sempre più dolorosa. Le difficoltà della pesca riguardano anche il rapporto tra la dimensione eccessiva della flotta e la sostenibilità dello sfruttamento degli stock ittici. Nella maggioranza dei porti dei Paesi Ue, il prezzo del carburante per la pesca ha oltrepassato gli 0,7 euro al litro con un aumento del 240% dopo il 2004.
Il commissario europeo alla pesca Joe Borg ha detto: «Sono completamente cosciente delle severe difficoltà con le quali si confronta il settore europeo della pesca e comprendo gli effetti che provocano sui pescatori. Dobbiamo agire al più presto per ristrutturare il settore. Resto convinto che la pesca europea ha un avvenire se gli Stati membri, i protagonisti del settore e la Commissione lavorano insieme per sviluppare una flotta più piccola, meno energivora e meglio adattata alle possibilità di pesca. La Commissione si tiene pronta a cooperare strettamente con gli Stati membri e le parti interessate per raggiungere questo obiettivo. Tuttavia, delle false soluzioni non porteranno a nulla. Aumentare le quote, come alcuni sostengono, sarebbe completamente controproducente e contribuirebbe a mettere gli stock di pesce, dai quali dipendono i pescatori, in pericolo. Il fatto di accordare degli aiuti per compensare il rialzo dei prezzi del carburante, sarebbe non solo illegale, ma non risolverebbe il problema fondamentale. Al contrario, questi aiuti non servirebbero che ad eterizzare i problemi del settore e ad amplificare una eventuale futura crisi. Agiamo invece subito in favore di una ristrutturazione».
Parole accorate e di duro realismo. Ma che temiamo non serviranno affatto a far recedere i pescatori spagnoli dal loro sciopero e quelli francesi già in agitazione ad inasprire la protesta, seguiti probabilmente dagli italiani e dalle altre marinerie che chiedono ulteriori diminuzione del prezzo del gasolio già defiscalizzato.
Anche perché intanto il governo italiano ha tagliato anche i 2,7 milioni di euro previsti in finanziaria per il naviglio obsoleto.
La ristrutturazione delle imprese di pesca per recuperare una sostenibilità economica implica investimenti per l’adattamento del naviglio da pesca, e le regole per gli aiuti alla pesca sono stabiliti da linee direttrici europee per gli aiuti di Stato..
Anche aiuti nazionali che attualmente sono allocati per la modernizzazione delle imbarcazioni potrebbero essere destinasti alla ristrutturazione delle imprese della pesca, all’interno dello schema di salvataggio e di ristrutturazione autorizzato dall’Ue.
Questi piani di salvataggio e ristrutturazione si dovranno basare su previsioni realistiche e dovranno affrontare le deficienze strutturali delle flotte interessate, «al fine di restaurare una migliore equazione tra le capacità e le possibilità di pesca. Questi piani – dice la Commissione Ue – potranno includere, in particolare, delle misure d’appoggio come: aiuto di salvataggio a corto termine, a rimborsare le misure di ristrutturazione che saranno messe in campo; metodologie di pesca più ecoefficienti dal punto di vista dei carburanti, l’acquisto di attrezzature che permettano di diminuire il consumo di carburante...».
La Commissione dice di essere «pronta a lavorare con gli Stati membri per rivedere i programmi operativi del Fep, per permettere delle spese più mirate, in questo periodo critico, e per fare l´analisi della catena di distribuzione dei prodotti della pesca in rapporto al rigore dei prezzi».