[03/06/2008] Comunicati

Il mondo a Roma per parlare (parlare, parlare...) di fame, prezzi e agricoltura

ROMA. Inizia oggi a Roma la “High-Level Conference on World Food Security: the Challenges of Climate Change and Bioenergy” che durerà fino al 5 giugno e che vede la partecipazione di Capi di stato e di governo, e delegazioni ministeriali ad alto livello, per discutere della sicurezza alimentare mondiale di fronte alle sfide del rialzo dei prezzi alimentari, del cambiamento climatico e della produzione di biocombustibili.

Secondo la Fao, che organizza il vertice insieme a Wpf, Cgiar ed Ifad, «Il vertice rappresenta un’opportunità storica di rilanciare la lotta contro fame e povertà ed incrementare la produzione agricola nei paesi in via di sviluppo». Importantissimi i temi all’ordine del giorno: l’individuazione delle nuove sfide che minacciano la sicurezza alimentare mondiale in termini di domanda e di offerta, di politiche e struttura del mercato; una migliore comprensione del legame esistente fra sicurezza alimentare, cambiamento climatico e bioenergia; l’identificazione di un processo che porti a interventi a livello istituzionale affinché negli accordi internazionali sul clima e sulla bioenergia vengano integrate misure di salvaguardia della sicurezza alimentare; discussione e adozione di politiche, strategie e programmi volti a garantire la sicurezza alimentare mondiale, in particolare di misure per fronteggiare il rialzo dei prezzi alimentari; dichiarazione finale su “Sicurezza alimentare mondiale e azioni necessarie”.

Intanto, alla vigilia del vertice di Roma, la Banca mondiale ha lanciato un meccanismo di finanziamento rapido di 1,2 miliardi di dollari come risposta ai bisogni immediati della crisi alimentare: 200 milioni di dollari saranno donati direttamente alle popolazioni più vulnerabili ed ai Paesi più poveri. I primi finanziamenti a fondo perduto sono andati a Gibuti (5 milioni di dollari), Haiti (10 milioni) e Liberia (10 milioni), a giugno arriveranno aiuti gratuiti anche per Togo, Yemen e Tagikistan.

La Banca mondiale ha anche annunciato che porterà il suo aiuto allo sviluppo agricolo dagli attuali 4 fino a 6 miliardi di dollari. La World bank ha anche assicurato che avvierà strumenti di gestione dei rischi e meccanismi assicurativi dei raccolti per proteggere i Paesi poveri e i piccoli agricoltori. Il presidente della Banca mondiale, BM Robert B. Zoellick, ha ricordato che «la fame e la malnutrizione minacciano due miliardi di esseri umani che combattono per sopravvivere in un contesto di rincari dei prezzi alimentari».


In attesa di vedere che cosa in questo vertice verrà deciso a livello di azioni cogenti per porre rimedio a questa nuova e drammatica recrudescenza della cosiddetta fame nel mondo, osserviamo con grande preoccupazione l’assoluta assenza di governance della questione nella sua complessità. Di fronte ad un caos del genere dove tutti gli economisti più importanti e stimati si stanno sperticando nell’individuazione delle sue cause (dumping dei Paesi ricchi e crescita della popolazione, speculazione, mancanza di cibo, aumento del costo delle materie prime, biocarburanti ecc), registriamo un vuoto gigantesco di individuazione di chi deve almeno tentare di guidare quest’auto ormai fuori controllo. Che sia l’Onu, o un altro organismo mondiale riteniamo che sia a questo livello che si possa cercare di mettere in pratica una strategia in grado di far fronte a questa drammatica emergenza. Diversamente ognuno continuerà a fare da sé vanificando ogni pur virtuoso sforzo anche della Fao stessa, impotente anch’essa di fronte a un problema globale che solo globalmente appunto lo si può governare.

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