[05/06/2008] Energia

La centrale di Krsko, l´incidente di ieri e le cassandre di 4 anni fa

LIVORNO. Un incidente verificatosi ieri pomeriggio alla centrale nucleare di Krsko, ha tenuto l’Europa con il fiato sospeso. Nel pomeriggio la Commissione europea ha infatti lanciato l´allerta in tutto il territorio dell´Unione, ma dopo le rassicurazioni della società che gestisce l´impianto anche Bruxelles smussa i toni e in tarda serata l´esecutivo comunitario conferma che «l´allarme è rientrato». Fino a quando? Non è dato sapere, come del resto sarà difficile sapere con precisione cosa davvero sia accaduto all’interno della centrale slovena. Resta il fatto che data la situazione di Krko, non era difficile attendersi che un incidente potesse accadere. Di seguito riportiamo l’articolo scritto da Lucia Venturi su La nuova ecologia di quattro anni fa, (“l´Est radioattivo" pag. 52 del numero di aprile 2004) a dimostrazione di quanto sia facile in questi casi fare le cassandre.

«La Slovenia è uno dei paesi del blocco dei dieci che entreranno a far parte dell’Unione dal 1 maggio di quest’anno e a Krsko, sulle rive del fiume Sava, a 75 Km da Lubiana e a 140 Km da Trieste è in funzione una centrale nucleare da 632 MW che produce circa 4,8 TWh di energia elettrica. La costruzione del reattore ad acqua pressurizzata Westinghouse è stata avviata nel 1974, a seguito di un accordo stipulato tra una società croata, la Electroprivreda, ed una slovena la Savskega , che prevedeva di dividersi al 50% l´elettricità prodotta. L’attività commerciale della centrale è cominciata nel 1983, con un ritardo di cinque anni sulla data prevista e successivamente sono stati eseguiti due interventi di revisione da una Commissione Internazionale degli standard di sicurezza, su richiesta e con fondi di Austria, Italia e Slovenia che ha portato alla formulazione di ben 74 raccomandazioni riguardo a cambiamenti tecnici e procedurali necessari per rendere più sicuro l´impianto. Uno dei principali problemi della centrale è costituito dalla presenza di incrinature nei generatori di vapore, che determinano perdite continue, tanto che alla fine del 1995 fu deciso di sostituirne due per il grave stato in cui versavano. Per la sostituzione sono stati necessari ben cinque anni e 205 milioni di marchi.
Contemporaneamente è stato approvato un aumento di produzione del 6%, pari a 45 MW. Le spese sostenute per l’adeguamento della centrale, hanno fatto sorgere un contenzioso tra la Slovenia e la Croazia accusata quest’ultima del mancato pagamento di fatture e oneri alla società che aveva installato i nuovi generatori; in conseguenza di ciò la fornitura elettrica alla Croazia è stata praticamente interrotta, ma allo stesso tempo è iniziata la vendita di elettricità all’Italia.
Nella nota del parlamento europeo del giugno 2003 sulla Sicurezza nucleare nei paesi candidati dell’Europa centrale e orientale, si legge che “ esiste un possibile problema relativo ai criteri adottati in sede di progettazione sismica dell’impianto, che potrebbe avere possibili riflessi sul piano dell’affidabilità di esercizio e della sicurezza”.
C’è infine da segnalare che in Slovenia, la legislazione in materia di sicurezza nucleare è ancora quella dell’ex federazione di Yugoslavia, quindi una normativa arretrata e non in linea con le attuali norme adottate dai paesi dell’Europa occidentale».


C’è da aggiungere che le scorie nucleari prodotte dalla centrale sono custodite in un deposito poco distante che raggiungerà il limite di capacità fra tre anni e che il funzionamento della centrale è previsto sino a gennaio del 2023. Ma lo scorso anno il ministro sloveno dell´economia, Andrei Vizjak, ha annunciato che il Governo di Lubiana intende costruire entro il 2017 un nuovo reattore, accanto a quello esistente nella centrale.

Intanto oggi è arrivato anche il commento di Fronte Verde: «L´incidente avvenuto nella centrale nucleare di Krsko in Slovenia, è un monito sui pericoli e i rischi del nucleare, che deve far riflettere Berlusconi tanto attratto ora, come alcuni politici e soprattutto industriali italiani, da queste tecnologie per la maggior parte vecchie ed oramai obsolete - dichiara Vincenzo Galizia presidente nazionale del Fronte Verde - Diamo un consiglio al capo del Governo, abbandoni al più presto la folle idea del nucleare e si preoccupi di sviluppare le fonti rinnovabili e il risparmio energetico».

Torna all'archivio