[06/06/2008] Comunicati

Profughi e guerra si mangiano gli ippopotami del Virunga

LIVORNO. Le associazioni ambientaliste presenti a Goma nella Repubblica democratica del Congo, si sono rivolte direttamente ai rifugiati interni, ospitati nei campi profughi intorno al parco dei Monti Virunga perché rispettino e proteggano un’area che è patrimonio mondiale dell’Unesco dal 1994.

Le Ong ambientaliste hanno lanciato una campagna di sensibilizzazione in occasione della giornata mondiale dell’ambiente rivolta ai profughi che fuggono dalle guerriglie e dai signori della guerra che si contendono territori ricchi di coltan ed altre preziose risorse minerarie e che non disdegnano di praticare il commercio illegale di animali protetti, di avorio e di carne di scimmia.

L’impatto dei profughi e della guerra sembra evidente soprattutto su una “grossa” risorsa di carne selvatica: nel Virunga gli ippopotami erano circa 29.000 prima del conflitto del Congo, quella che in Africa chiamano la terza guerra mondiale, nell’agosto 2005 se ne contavano solo 3.000 ed oggi in alcune aree si contano sulla punta delle dita.

Gli ambientalisti congolesi e le associazioni ambientali internazionali deplorano soprattutto il bracconaggio perpetrato da gruppi armati direttamente dentro il parco nazionale e nelle zone limitrofe e la deforestazione causata dai bisogni dei profughi che usano il legname per cucinare e riscaldarsi, e chiedono a questi forzati ospiti di proteggere il parco e l’ecosistema forestale in quanto necessari alla vita dell’uomo.

Lo scontro pare anche qui, e in maniera più immanente, concreta e drammatica, tra il soddisfacimento immediato di bisogni e la necessità di non minare alla base le risorse naturali che possono permettere la sopravvivenza in futuro.

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