[06/06/2008] Rifiuti
BRUXELLES. Dall’Italia arrivano spesso all’Unione europea richieste di inasprimento delle pene e della sorveglianza sugli sversamenti di petrolio a mare che, oltre a compromettere l’ambiente, sono una vera e propria spada di Damocle su alcune località turistiche, come l’Arcipelago toscano, interessate dalle rotte petrolifere. Ma la Commissione europea ha inviato ieri un parere motivato all´Italia «in quanto lo Stato membro non ha recepito correttamente nel diritto nazionale la legislazione Ue relativa al sistema di monitoraggio del traffico navale nelle acque comunitarie, che ha l´obiettivo di aumentare la sicurezza in mare e di ridurre le conseguenze degli incidenti».
L´invio del parere è l´ultima fase prima del deferimento formale alla Corte di giustizia. La decisione di procedere nei confronti dell´Italia è stata presa «perché lo Stato membro non ha adeguatamente recepito una direttiva finalizzata a incrementare la sicurezza del traffico marittimo, migliorando gli interventi di risposta delle autorità competenti in caso di incidenti e di altre situazioni potenzialmente pericolose in mare e contribuendo in tal modo a rafforzare l’opera di prevenzione e di rilevamento dell’inquinamento causato dalle navi».
Si tratta della direttiva 2002/59/CE del Parlamento europeo e del Consiglio, del 27 giugno 2002, sull´istituzione di un sistema comunitario di monitoraggio del traffico navale e d´informazione, che fa parte integrante del secondo pacchetto marittimo adottato dopo il naufragio della petroliera Erika, e che istituisce l’obbligo di notifica alle autorità marittime, in particolare per le navi che trasportano merci pericolose o inquinanti.
La direttiva prevede il monitoraggio delle navi pericolose e l’intervento in caso di incidenti in mare ed impone agli Stati membri l’obbligo di predisporre piani per l’assistenza alle navi in difficoltà all’interno delle loro acque costiere. Per la Commissione Ue la legislazione italiana non recepisce correttamente la direttiva a causa del «campo di applicazione ridotto di alcune disposizioni (ad esempio, l´esenzione degli armatori e delle navi di stazza lorda inferiore a 300 tonnellate dagli obblighi della direttiva). La Commissione nutre inoltre dubbi sulle disposizioni della legislazione italiana in materia di "Voyage Data Recorders" (dispositivi di registrazione dei dati di navigazione) e di applicazione».
Le recenti misure prese dal passato governo (delle quali greenreport ha dato notizia) consentirebbero di adeguarsi alla direttiva Ue apportando le necessarie misure correttive, ma non sono state ancora notificate alla Commissione.