[09/06/2008] Rifiuti

In Gazzetta ufficiale il piano d´azione per gli acquisti verdi

LIVORNO. L’Italia si è allineata a molti altri paesi europei munendosi di una politica di Green public procurament: con decreto interministeriale di aprile pubblicato nella Gazzetta ufficiale dello scorso mese è stato approvato il “Piano d’azione per la sostenibilità ambientale dei consumi nel settore della pubblica amministrazione” ossia il documento che delinea la strategia nazionale per la diffusione degli acquisti verdi (Gpp) come strumento per il miglioramento ambientale. E le risorse finanziarie disposte dalla finanziaria 2007 per stendere il piano e per il monitoraggio sono state pari a 50.000 euro.

Il Piano ha lo scopo di diffondere il Gpp, attraverso il coinvolgimento e la diffusione della conoscenza dello stesso presso la pubblica amministrazione e gli altri enti pubblici, attraverso attività di divulgazione e di formazione; la definizione, per prodotti, servizi e lavori identificati come prioritari per gli impatti ambientali e i volumi di spesa, di indicazioni metodologiche per la costruzione di processi di acquisto “sostenibili” e di criteri ambientali da inserire nei capitolati di gara; la definizione di obiettivi nazionali, da raggiungere e ridefinire ogni tre anni; il monitoraggio periodico sulla diffusione del Gpp e l’analisi dei benefici ambientali ottenuti.

Arredi, materiali da costruzione, manutenzione delle strade, gestione del verde pubblico, illuminazione e riscaldamento, elettronica, tessile, cancelleria, ristorazione, materiali per l’igiene e trasporti sono le categorie prioritarie su cui agire; riduzione dell’uso delle risorse naturali, sostituzione delle fonti energetiche non rinnovabili con fonti rinnovabili, riduzione della produzione di rifiuti, riduzione delle emissioni inquinanti e riduzione dei rischi ambientali sono i criteri da seguire.

L’obiettivo nazionale è quello di portare entro il 2009 il livello di acquisti “ambientalmente preferibili” in linea con i più elevati livelli europei (attualmente l’Italia è posizionata all’ottavo posto). Dunque garantire che almeno il 30% delle Regioni, delle Province, delle Città metropolitane, dei Comuni con oltre 15.000 abitanti adottino procedure di acquisto conformi ai criteri ambientali minimi; che gli enti gestori dei Parchi nazionali e delle Aree marine protette recepiscano i criteri ambientali minimi nelle proprie procedure d’acquisto e che criteri ambientali minimi (quando disponibili), siano integrati nelle gare Consip, (ove tecnicamente possibile).

Nel Piano si parla poi degli indicatori relativi alla percentuale di spesa complessiva ambientalmente preferibile sulla spesa totale per beni, servizi e lavori acquistati dagli enti, (che verrà quantificato in un secondo momento, in relazione alla maggiore disponibilità di dati) di obiettivi per ciascuna categoria in termini di percentuale di spesa sostenuta per acquisti conformi ai criteri ambientali minimi sul totale della spesa pubblica nazionale omogenea.

Ma si rimanda tutto al futuro: gli indicatori sono da definire e i criteri ambientali minimi per ciascun categoria dovranno essere individuati con apposito decreto.

Dunque se al Ministero va il merito di aver elaborato una sorta di linee guida valide su tutto il territorio nazionale, rimane il fatto che si tratta sempre di un piano “volto a favorire la diffusione e l’implementazione” del Gpp, che non obbliga e non prevede sanzioni per chi non rispetta le indicazioni. Il rischio è che rimanga l´ennesimo proclama sospeso nel vuoto proprio mentre alcune regioni come la Toscana, invece, hanno adottato nella propria legge regionale per la gestione dei rifiuti (Lr 61/2007) indicazioni più cogenti che vanno dalla previsione di una quota del 40% di acquisti verdi (carta e cartone riciclata e manufatti in plastica riciclata) da parte della Regione, province e comuni, all´l’inserimento di specifici condizioni per favorire l’uso di residui recuperabili nei capitolati per appalti pubblici di opere, di forniture e di servizio, alle indispensabili sanzioni in caso di non rispetto.

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