[10/06/2008] Rifiuti

Rifiuti, Firenze: gli impianti non li abbiamo fatti ma non vogliamo pagarne il costo!

LIVORNO. Audizione dei vertici di Quadrifoglio stamani a Palazzo Panciatichi voluta dalla commissione speciale d’inchiesta sul ciclo dei rifiuti urbani presieduta da Paolo Marcheschi (Fi-Pdl). Al centro della riunione, la chiusura di Case Passerini, l’incidenza in bolletta del conseguente smaltimento fuori Ambito territoriale, la scelta della spa Helios quale gestore unico per lo smaltimento dei rifiuti dell’Ato centrale della Toscana, il nuovo impianto fiorentino le cui bozze di elaborati saranno presentate entro fine giugno.

Tra i dati e i numeri prodotti dai vertici della società uno fra tutti, ha detto il presidente Marcheschi, «impone una riflessione che certamente sarà affrontata nel corso delle prossime riunioni di commissione: Il costo dello smaltimento dei rifiuti della piana fiorentina, subirà un aumento notevole. E’ ora di rivedere l’imposizione dei tributi come indennità di disagio ambientale cioè la quota parte per Comuni, Provincia e Ato e inoltre l’ecotassa regionale che tutte insieme raddoppiano il costo attuale della tariffa. La legge in questo senso è chiara: la tariffa deve assorbire tutti i costi del procedimento, ergo a pagare sono gli utenti, non le società, non le discariche, non le istituzioni». E già questa appare una scoperta strabiliante e dell’ultim’ora.

Quel dato, come dice Marcheschi, impone sì una riflessione, ma diversa da quella che fa lui: l’impostazione dei tributi come indennità di disagio e l’ecotassa regionale sono previste per chi non ha raggiunto l’efficienza nella gestione dei propri rifiuti e servono per pagare chi quei rifiuti dovrà sobbarcarseli. Con questo sistema Peccioli ha fatto i soldi tant’è che non è azzardato dire che Peccioli sta alla Piana fiorentina come la Germania sta alla Campania. Ovvero chi non ha impianti di qualsiasi genere per una corretta gestione integrata dei rifiuti non si può lamentare del fatto che una regione cerchi di ‘stimolarli’ con una tassa (all’uopo emessa) per orientarli ad una maggiore efficienza e che chi subisce quell’inefficienza sia rimborsato per il disagio. Senza contare emissioni e costi non necessitati dei trasporti. Sarebbe come se Capannori si lamentasse perché i costi di conferimento della sua frazione umida sono maggiori di chi, invece, si è costruito un impianto di compostaggio.

«Prendiamo il costo di smaltimento nella discarica di Peccioli - ha detto l’Ad di Quadrifoglio Giannotti - Dal 2005 in poi, in previsione della chiusura di Case Passerini, abbiamo trattato insieme a Safi un contratto quinquennale per smaltire 160mila tonnellate l’anno. Il costo per tonnellata si aggira sui 120 euro. Una cifra che tiene dentro la parte relativa alla discarica (poco più di 60 euro), l’indennità di disagio per Provincia e Ato (circa 18 euro ciascuno), ecotassa regionale (mediamente intorno ai 15 euro). Case Passerini era dunque strategica – ha continuato Giannotti – per mantenere un costo di smaltimento ‘in casa’ notevolmente inferiore (circa 40 euro per tonnellata)».
E anche questa considerazione appare ineccepibile. Ma c’è forse qualcuno che ha spento all’improvviso l’interruttore di Case Passerini o qualcosa sull’esaurimento di questa discarica si poteva sapere anche prima?

Infatti, non a caso Giannotti continua osservando che la chiusura dell’impianto pone problemi che «dovranno essere affrontati al più presto e con il massimo rigore». «Se sul versante nuovi impianti – ha detto Marcheschi – è interessante sapere che è stato firmato un accordo il 14 maggio scorso per presentare, entro la fine di giungo, le bozze degli elaborati per la progettazione e la realizzazione del termovalorizzatore di Case Passerini, le imposte che gravano a carico dei cittadini, virtuosi o meno secondo i numeri presentati da Quadrifoglio ha poca importanza, sono spropositate e inspiegabili. Su questo dovremo fare approfondimenti ampi». Ma se sul fatto che siano spropositate si può discutere, certamente appare strabiliante che Marcheschi le consideri inspiegabili.

La società fiorentina ha fornito anche un «dato di previsione per il 2008» che vede il costo medio di smaltimento «lievitare fino a 176 euro. Parliamo – ha puntualizzato il presidente della commissione – di oltre 5 milioni l’anno. Sono infatti circa trecentomila le tonnellate di rifiuti che la piana produce annualmente e che vanno fuori Ato».

Sul fronte capacità delle discariche e nuovi impianti è intervenuto anche il consigliere Pieraldo Ciucchi (Ps) interessato a conoscere «la situazione regionale in termini di saturazione e eventuale emergenza». Giannotti ha detto: «Se parliamo dell’impianto di Peccioli, la sua capacità è di circa due milioni di tonnellate l´anno. Casa Rota circa la metà. Con questi numeri è ipotizzabile che in poco più di tre anni la Toscana sarà satura». E se si comporterà come si è comportata la Piana Fiorentina, oltre che esportare gran parte dei suoi rifiuti speciali dovrà farlo anche con quelli urbani, e c´è da scommettere che i costi ambientali ed economici saranno maggiori.


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