[11/06/2008] Energia

L´ostinazione dei nuclearisti? Perché l´atomo è monopolizzabile

ROMA. Da tempo mi chiedo quale sia la vera ragione di tanta ostinazione nel riproporre il ritorno al nucleare da parte del governo Berlusconi insieme alle principali imprese energetiche del paese, riconfermata anche dopo l’incidente nella centrale nucleare di Krsko in Slovenia. Me lo domando perché è mia convinzione che i nostri nuclearisti, almeno quelli intelligenti e animati da un qualche spirito di verità, sappiano e sono convinti che le obiezioni che vengono mosse all’uso di questa tecnologia sono tutte largamente vere, a cominciare da quelle su scorie e intrinseca insicurezza, per finire a quelle sui costi e scarso contributo che essa darebbe all’abbattimento dei gas serra.

Sono addirittura persuaso che sono anche convinti che l’alternativa energetica che proponiamo, basata sul risparmio e le rinnovabili, è l’unica strada percorribile ed efficace sia al clima che al portafoglio e sicurezza degli italiani.

Perché dunque? Penso che la causa di tanta ostinazione risieda nel fatto che anche la fonte nucleare, come quelle fossili, è monopolizzabile e quindi se la si riesce ad usare significa riconfermare un modello energetico centralizzato, che attira molti quattrini, ma soprattutto conferisce un potere immenso a chi lo dirige.

Al contrario l’avvento di una strategia energetica basata sul risparmio e sulle rinnovabili, cioè fonti non monopolizzabili da nessuno, realizza un modello di produzione e distribuzione dell’energia diffuso sul territorio che socializza il potere di decidere come e cosa fare dell’energia.

Che fine farebbero, mi chiedo, i Conti e gli Scaroni, appena riconfermati alla guida di Enel ed Eni sebbene siano i maggiori responsabili del fallimento italiano su Kyoto, se la principale scelta energetica del paese fosse insegnare alle persone ad usare con intelligenza, creatività ed efficienza l’energia, in poche parole senza sprecarla? Cosi come a che servirebbero questi signori se per procurarci l’energia che effettivamente serve sfruttassimo le fonti rinnovabili come il sole, il vento, le biomasse, l’acqua fluente e la geotermia? La risposta è molto semplice: non servirebbero più.

Per avere elettricità e calore le popolazioni non avrebbero più bisogno di vecchi dinosauri come l’Enel e l’Eni, ma al contrario di Municipalizzate ed Esco, aziende no profit, cioè di strutture tipiche di un modello di produzione e consumo dell’energia distribuito che sicuramente attira meno quattrini di quello centralizzato, ma socializza però molto di più le decisioni energetiche.

Il potere e la ricchezza che conferisce il modello energetico monopolista e centralizzato è la vera ragione di tanta ostinazione sul nucleare e della determinata opposizione che politici di destra, ma anche di sinistra, ed imprenditori fanno contro l’avvento delle fonti rinnovabili e usi dell’energia razionali ed efficienti, di cui magari se ne sottolinea l’importanza ma come energie che integrano e non sostituiscono il petrolio e il nucleare. Una difesa del potere così ostinata che in poche settimane ha allineato gran parte dei principali giornali e televisioni sull’inevitabilità del nucleare per produrre energia e contrastare i cambiamenti climatici.

La bella manifestazione di Milano sul clima di sabato scorso è una risposta importante, ma insufficiente, di fronte alla “potenza di fuoco” che i “signori dell’energia” esibiscono. La consapevolezza che questi sono i rapporti di forza è una ragione in più per mantenere la promessa fatta che quelli di Milano, sono stati solo i primi passi di una lunga marcia che dovrà attraversare tutto il paese e conquistare consensi alla lotta per il clima che diffonda democrazia, innovazione, lavoro e vero benessere collettivo.

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