[12/06/2008] Parchi

Ancora sulle vicende note e meno note che travagliano il parco dell´Arcipelago

LIVORNO. Renzo Moschini su greenreport (edizione del 12/06) polemizza con il PD elbano in materia di parco nazionale dell´arcipelago; chi è chiamato in causa risponderà, qui invece interessa l´incipit dell´intervento di Moschini: "vicende note e meno note che travagliano da anni il parco dell´arcipelago....", perché qui sta il cuore della vicenda e da qui bisogna ripartire se si vogliono definire processi e modelli virtuosi di governo del territorio.

Il travaglio accompagna formazione e nascita, gestione del parco. Sarà il carattere o la cultura locale, ma forse saranno anche i metodi e le culture, talvolta imposte e non sapientemente veicolate, che hanno generato tutto questo travaglio. Altrimenti vorrebbe dire che tutto il bene sta da una parte, mentre dall´altra parte stanno solo incapacità, male, furbizie e volontà esclusivamente speculative. procedere con una siffatta impostazione non sarebbe ne saggio, ne utile. Se si vuole effettivamente affermare una cultura diversa del governo delle risorse, se si vogliono affermare nuovi e diversi modelli di sviluppo, occorre avere l´onestà intellettuale di mettersi tutti in discussione, di leggere il passato nella sua effettiva realtà, quindi correggere il tiro. Solo qualche esempio sintetico nello spazio di un articolo: l´edificazione all´Elba, fatte salve le conseguenze degli sciagurati condoni edilizi, è frutto di piani urbanistici promossi dai comuni, ma approvati dalla Regione; la qualità paesaggistica delle trasformazioni edilizie è conforme agli strumenti urbanistici e ai pareri positivi della soprintendenza che i progetti ha validato a partire dai primi anni cinquanta quando fu esteso a tutta l´isola il vincolo allora della legge 1497/1939.

II modello di sviluppo turistico è stato imposto dalle cose dopo il fallimento della reindustrializzazione promossa dalla cassa del mezzogiorno, dall´assenza di altre politiche come dimostrano ampiamente tutti i provvedimenti passati e presenti di programmazione economica e territoriale regionale e provinciale legati anche alla possibilità di fruizione dei fondi comunitari; dall´assenza di strategie e soluzioni realistiche e non ideologiche o politiche per i problemi della portualità, delle infrastrutture a rete e puntuali quali reti idriche, fognature e depuratori, smaltimento rifiuti, etc. In questo contesto dobbiamo calare la riflessione e le proposizioni per il futuro, in questo contesto dobbiamo calare e confrontare l´azione del Parco dell´Arcipelago che non possiamo dimenticare è arrivato a proporre un piano territoriale a 12 anni dalla sua nascita. Non vorrei neppure che si assumesse la sussidiarietà come clava per dimostrare che a livello locale si è incapaci, quindi che non c´è altro colpevole, e che necessita un demiurgo, vorrei che si riflettesse seriamente non già per slogan, ma sulla concretezza delle cose per cui ci sono materie e oggetti, ambientali ed economici, che non possono che essere trattati ad una ben precisa scala territoriale ed istituzionale, evitando l´imbutone nei comuni che poi vengono accusati di non saper resistere alle pressioni locali, agli interessi spiccioli.

Se poi vogliamo trovare una via d´uscita, dobbiamo riconoscere che tutto quanto accade, le riflessioni di cui sopra, dimostrano che si sono interrotti circuiti propositivi, a livello culturale e politico, sono venute a mancare sedi di confronto serio, pacato e non ideologico, forse perché sono state anche progressivamente emarginate dai circuiti amministrativi e politici competenze e intelligenze.E da lì bisogna ripartire.

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