[17/06/2008] Parchi

Parco delle Apuane bloccato da interessi locali

CARRARA. «Ci risiamo. Come ha già denunciato in precedenza Legambiente sui ritardi all’approvazione del Piano del Parco a causa delle pressioni dell’industria estrattiva del marmo, oggi il parco regionale delle Alpi Apuane è di fatto congelato perché regione e comunità di parco non hanno nominato in tempo presidente e organi direttivi». Va giù duro il Cigno verde nel denunciare il blocco dell’Area protetta regionale che da sempre vive una contrapposizione politico-istituzionale che non gli permette di essere governata “tranquillamente” come gli altri parchi regionali dell’Uccellina e di Migliarino-San Rossore-Massaciuccoli.

«Da oggi il Parco può fare solo ordinaria amministrazione con gli organismi tecnici – spiega Legambiente - non può approvare nulla, non può partecipare a progetti e bandi rischiando di perdere soldi e non rispettare scadenze amministrative. E questo perché? La regione Toscana, come di consueto, lascia i suoi parchi regionali in balia di qualunque interesse locale che nulla ha a che fare con la conservazione della natura o lo sviluppo sostenibile. Il problema pare sia di mancate poltrone ad esponenti politici locali (dovuto alla chiusura della Comunità montana dell’Alta Versilia), che ora reclamano quella di presidente. Per questo la regione ha fatto “sparire” dall’agenda di lavoro del Consiglio regionale la nomina di presidente e direttivo del parco, in attesa che gli enti locali della Comunità di parco si accordino su come spartirsi le poltrone. Gli stessi esponenti locali che di recente, sulla stampa, avevano detto alla regione che, se proprio c’è da chiudere un ente, è meglio che si dismetta il parco delle Alpi Apuane, molto meno utile, a sentir loro, della Comunità montana. E adesso che l’ente “utile” è stato chiuso, il parco diventa “utile” per magia (o per le sue poltrone vacanti)».

Il presidente di Legambiente Toscana Piero Baronti sottolinea che «Legambiente chiede alla Giunta e al Consiglio Regionale della Toscana di farsi carico delle sue responsabilità amministrative e politiche, sbloccando immediatamente questa situazione paradossale, adoperandosi per effettuare subito le nomine vacanti del parco delle Alpi Apuane». Critiche e richieste evidentemente rivolte in primo luogo all’operato dell’assessore all’ambiente regionale ai parchi, aree protette e biodiversità, Marco Betti, che la vicenda dovrebbe conoscerla bene, visto che viene proprio da Massa dove è stato portavoce dei Verdi e dal 1994 al 2007 ha ricoperto l´incarico di capogruppo comunale del Sole che ride.

Secondo Antonio Nicoletti, responsabile nazionale aree protette di Legambiente «Ormai la regione Toscana sta sommando troppi episodi di distrazione o ritardi nelle politiche di conservazione della natura e della biodiversità. Da regione avanzata nel panorama nazionale, distintasi proprio grazie al parco delle Alpi Apuane come capofila del Progetto pilota di Ape Appennino parco d’Europa, rischia oggi di essere considerata una ‘cenerentola della natura».

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