[18/06/2008] Parchi

La forbice di Tremonti taglia anche 19 parchi nazionali su 23?

LIVORNO. Probabilmente si tratta di una svista, di una ricaduta della frenesia sforbiciante del ministro Tremonti, ma quel che ha scoperto Legambiente o è un azzardo inconcepibile o una gaffe che rischia di avere pesanti conseguenze e di bloccare intanto la vita di enti già in difficoltà e di mettere l’Italia nuovamente in mora (ed alla berlina) rispetto alle politiche ambientali dell’Unione europea ed alle Convenzioni ed ai Trattati internazionali sulla difesa dell’ambiente e della biodiversità che il nostro Paese continua a sottoscrivere.

Sotto la mannaia di Tremonti e del governo stavolta sono caduti gli enti non economici con meno di 50 dipendenti, ma Antonio Nicoletti, responsabile aree protette di Legambiente spiega che così «In un solo colpo spariranno ben 19 parchi nazionali su 23 e l’Italia della natura, del paesaggio, delle produzioni tipiche e di qualità, tornerà di nuovo ostaggio della burocrazia ministeriale con la vecchia impostazione dei parchi storici degli anni 70».

L’obiettivo era forse quello di abbattere le odiate Comunità montane, ma non si sa se per dimenticanza dell’esecutivo o per una scelta deliberata, oltre a colpire comunità montane e province, nei fatti si estendono pericolosamente a tutto il sistema delle aree protette che sono appunto enti pubblici non economici.

Evidentemente il ministro Prestigiacomo, che solo ieri ha detto che la protezione della natura è essenziale, non ser n’è accorta ed ora dovrà correre ai ripari, visto che al suo ministero, svuotato di molte prerogative, le aree protette sono una delle ultime cose che davvero rimangono.

I parchi nazionali istituiti in Italia sono 23 e gestiscono e tutelano quasi 1.500.000 ettari di superficie in tutta Italia e se il provvedimento dovesse essere approvato rimarrebbero in vita solo gli e Enti Parco d’Abruzzo, quello del Cilento, quello del Gran Paradiso e del Pollino.

Ma così si violano due o tre leggi nazionali (394/91, 979/82 e la stessa 157 sulla caccia), tutti i Decreti del presidente della Repubblica che istituiscono gli enti parco e ci si infila in un ginepraio fatto di rispetto delle normative e delle direttive europee che fissano il quantitativo di territorio protetto, anche perché spesso Sic e Zps coincidono con i territori dei parchi nazionali o ne sono compresi.

«Sia che si tratti di una svista che di una scelta volontaria – dice Nicoletti - è un atto gravissimo che cancella il rapporto degli enti parco con il territorio e vanifica l’intenso lavoro fatto negli ultimi 15 anni per strutturare in tutto il Paese un sistema ampio e diffuso di aree protette gestite d’intesa con le comunità locali».

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