[23/06/2008] Rifiuti

Sostanze pericolose: muove indicazioni dalla Commissione Ue

LIVORNO. L’Ue continua l’attività di monitoraggio sui rischi per l’uomo e per l’ambiente legati all’utilizzo di sostanze pericolose: la Commissione europea raccomanda agli Stati membri e agli operatori del settore di adottare le misure di prevenzione necessarie per il deltricloroetilene, benzene e 2-metossi-2- metilbutano (Tame) 2,3- epossipropiltrimetilammonio cloruro (Eptac), (3-cloro-2-idrossipropil) trimetilammonio cloruro (Chptac) ed esaclorociclopentadiene. L’Ue pubblica sulla Gazzetta ufficiale europea del 21 giugno di quest’anno le due raccomandazioni e le due comunicazioni sui risultati della valutazione dei rischi. Ammontano quindi a sei i provvedimenti con i quali si invitano Stati ed operatori ad adottare misure di prevenzione per contenere i rischi legati alle sostanze chimiche che figurano nell’Inventario europeo.

Il legislatore europeo dunque può imporre ai produttori e agli importatori di sottoporre le sostanze in questione a prove, di redigere un rapporto di prova e di inviare tali rapporti, insieme ai risultati alla Commissione, proprio perché potrebbero esistere validi motivi per ritenere che le sostanze possano presentare un rischio grave per le persone o per l’ambiente. Per il tricloroetilene l’Ue prende in considerazione la possibilità di stipulare un accordo facoltativo con la European Chlorinated Solvents Association, a nome dei produttori europei della sostanza, e i distributori e i consumatori della stessa, per limitare la vendita della sostanza ai soli compratori che rispettano la “Carta per l’uso in sicurezza del tricloroetilene per la pulizia dei metalli”. La Carta stabilisce infatti che gli utenti possano utilizzare il tricloroetilene per la pulizia dei metalli unicamente in impianti sigillati o chiusi (così come definiti nella parte 4 della norma europea EN 12921). Naturalmente vi sarà un controllo del rispetto della Carta che è affidato a terzi.

Invece per eliminare i rischi potenziali per gli impianti di trattamento delle acque reflue industriali nei siti di produzione e/o trasformazione del benzene e dei metossi-2-metilbutano (Tame) la Comunità raccomanda che le autorità competenti degli Stati membri interessati indichino, nelle autorizzazioni rilasciate (come quella integrata) condizioni, valori limite di emissione o parametri equivalenti o ancora misure tecniche relative al benzene, per fare in modo che gli impianti interessati possano operare secondo le migliori tecniche disponibili (Bat), tenendo conto delle caratteristiche tecniche degli impianti stessi, della loro ubicazione e delle condizioni ambientali a livello locale. E gli Stati dovrebbero monitorare con attenzione l’applicazione delle Bat per poi riferire alla Commissione in merito a qualsiasi sviluppo, cosa importante nell’ambito dello scambio di informazioni sulle nuove tecnologie.

In più per i Tame l’Ue raccomanda di avviare programmi di monitoraggio per consentire di rilevare tempestivamente la contaminazione delle acque sotterranee, di applicare su vasta scala le migliori tecniche disponibili per la costruzione e il funzionamento di impianti sotterranei di stoccaggio e distribuzione di benzina presso le stazioni di servizio. A questo proposito, gli Stati membri dovrebbero considerare la possibilità di imporre disposizioni obbligatorie, in particolare per tutte le stazioni di servizio in zone di ravvenamento delle acque sotterranee.

I datori di lavoro che fanno uso di epossipropiltrimetilammonio cloruro (Eptac), di 3-cloro-2-idrossipropil) trimetilammonio cloruro (Chptac) nei processi produttivi e come agente per la cationizzazione dell´amido invece, dovrebbero tenere conto di tutti gli orientamenti settoriali elaborati a livello nazionale sulla base degli orientamenti pratici di carattere non vincolante. E per evitare il rischio ambientale la Comunità richiede agli stati di verificare le emissioni locali di Eptac nell’ambiente, ove necessario, mediante norme nazionali.

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