[24/06/2008] Acqua

Qualità acque dell´Arno, gli affluenti non aiutano a migliorarla

FIRENZE. Se la qualità delle acque del fiume Arno nell’area vasta fiorentina (tra Figline Valdarno e Montelupo fiorentino) presenta luci (a monte di Firenze) e ombre (a valle della città), ciò è dovuto anche agli apporti che arrivano dai principali affluenti del tratto. Infatti, i tributari alle stazioni di confluenza, non portano certo ossigeno al più importante fiume toscano.

Entriamo nel merito dell’analisi dei dati Arpat relativi agli anni 2005-2006 forniti dal Dipartimento provinciale di Firenze, partendo proprio dal fiume Sieve che confluisce in Arno presso Pontassieve (a monte di Firenze). Viene evidenziato come lo stato ecologico delle tre stazioni di campionamento sul Sieve risulta invariato negli ultimi anni. Sia a Frassineta (sopra a Bilancino), sia a monte dell’abitato di San Piero a Sieve, si registra uno stato ecologico buono (Seca=2). Si ricorda che il Seca è un indice sintetico per la descrizione qualitativa dei corsi d’acqua, che tiene conto sia di fattori chimici (Lim, Limite inquinamento macrodescrittori), che biologici (Ibe, Indice biotico esteso).

A San Francesco (prima dell’immissione in Arno) lo stato ecologico del fiume Sieve è sufficiente (Seca=3), dato in linea con gli obiettivi della normativa (Dlgs 152/06) per il 2008. Situazione diversa per il torrente Mugnone che confluisce in Arno all’altezza delle Cascine di Firenze: viene confermato uno stato ecologico scadente (Seca = 4) già registrato nel periodo 2002-2004.

«Tali risultati - informano da Arpat - sono da mettere in relazione con le condizioni ecologiche di gran parte del corso del torrente ed in particolare del tratto cittadino, che risulta caratterizzato da una pesante artificializzazione, un substrato costituito da uno strato limoso anossico con una velocità di corrente molto bassa». Non molto diversa appare la situazione qualitativa del torrente Greve, almeno all’altezza della confluenza in Arno, che appare stabilizzata ormai da diversi anni senza mostrare segnali di particolare miglioramento. Lo stato ecologico si alterna tra una situazione sufficiente (2005) e una scadente (2006).

Idem per il torrente Pesa che presenta uno stato ecologico buono nella parte a monte (Sambuca, zona Tavarnelle Val di Pesa) e un Seca tra scadente e sufficiente a Montelupo F.no (confluenza Arno) rispecchiando lo stato ecologico degli anni precedenti. «Il basso valore di Ibe a Montelupo - continuano da Arpat - che influenza in modo negativo lo stato ecologico, è da collegarsi alla scarsa portata del corso d’acqua, soggetto anche a molte captazioni, tanto che questo risulta in secca per tutto il periodo estivo».

In conclusione torniamo a ripetere che, al netto delle invarianti strutturali (es. centri abitati attraversati dal fiume), per raggiungere i livelli qualitativi previsti dalla normativa vigente per le acque correnti superficiali al 2015 (stato qualitativo buono), è necessaria un’opera di riqualificazione degli ecosistemi fluviali a livello di bacino, che non riguardi solo la qualità delle acque ma tutte le componenti del corso d’acqua a partire dalle fasce di vegetazione perifluviale, che rappresentano l’interfaccia tra alveo bagnato e territorio circostante al fiume. Il ripristino della piena funzionalità (in termini di struttura e composizione) della vegetazione riparia, consente un miglioramento complessivo dell’ecosistema-fiume.

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