[25/06/2008] Comunicati

Nuova Ecoguida con nuovi criteri e i giganti dell’elettronica precipitano

ROMA. Greenpeace ha introdotto nuovi criteri di valutazione nell’ottava edizione della Greener electronics guide, l’Ecoguida ai prodotti elettronici, e l’effetto è disastroso: «tutte le 18 aziende classificate perdono punteggio, ottenendo una media di 5 punti su 10».

Le aziende leader dell’elettronica di consumo non sono ancora pronte ad affrontare l’impatto sui cambiamenti climatici e il rafforzamento di quelli già esistenti della loro produzione, secondo Greenpeace con due eccezioni: «Sony Ericsson e Sony che superano di poco la metà del punteggio massimo».

All’ultimo posto la Nintendo per non aver fatto nessun progresso nella gestione ed uso di sostanze tossiche e per la riduzione dei gas serra; penultimo il colosso supremo, la Microsoft, che ha tolto alcuni protocolli riguardanti l’utilizzo di composti tossici e che è scarsa nella gestione dell’e-waste e nel risparmio energetico.

La nuova Eco-guida valuta l’impegno delle aziende nella riduzione globale delle emissioni di gas a effetto serra, obbligatoria dopo Kyoto. Questa volta, oltre all’efficienza energetica dei prodotti, viene presa in considerazione anche la riduzione delle emissioni durante il processo produttivo.
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Ecco la classifica generale: Sony Ericsson 5.1; Sony 5.1; Nokia 4.8; Samsung 4.5; Dell 4.5; Toshiba 4.3; Acer 4.3; Panasonic 4.3; Motorola 4.3; HP 4.3; Apple 4.1; Sharp 3.9; Lenovo 3.9; Philips 3.7; Fujitsu Siemens 3.7; LG 3.3; Microsoft 2.15; Nintendo 0.8

Vittoria Polidori, responsabile campagna inquinamento di Greenpeace, spiega che «i giganti dell’elettronica sono attenti alle loro performance ambientali, ma solo su alcuni aspetti, ignorandone altri di uguale importanza. Philips, per esempio, si posiziona bene sui criteri relativi a energia e chimica, mentre ottiene un punteggio pari a zero per quanto riguarda la gestione dei propri rifiuti non avendo un programma globale di recupero dei prodotti a fine vita.

Philips potrebbe arrivare molto più in alto in classifica se accettasse di gestire i suoi prodotti a livello globale quando diventano rifiuti. Lo scopo di Greenpeace è di mostrare quale azienda voglia davvero diventare leader ambientale. Vogliamo vedere l’impegno delle multinazionali nel conformarsi a questi nuovi criteri: eliminare altre sostanze pericolose oltre il Pvc e i ritardanti di fiamma, aumentare i materiali riciclati nei nuovi articoli e la percentuale di riciclo di quelli vecchi, infine ridurre l’impatto sul clima».

Molte aziende ottengono invece un buon punteggio per quanto riguarda l’efficienza energetica dei prodotti, che rispettano gli standard Energy Star, fissati dal Dipartimento energia e dall’Agenzia di protezione dell’ambiente degli Usa.

Al primo posto in questo settore della classifica ci sono Sony Ericsson e Apple «con tutti i modelli che rispettano, e talora addirittura superano, i requisiti previsti dall’Energy Star – si legge nella Eco-guida - Sony Ericsson si aggiudica il primo posto grazie al pieno punteggio sulla sua politica di gestione chimica. Tutti i nuovi modelli Sony Ericsson non hanno Pvc e quelli già in commercio a partire da gennaio scorso sono anche privi di antimonio, berillio e ftalati».

L’industria dell’information and communications technology è responsabile del 2% delle emissioni globali di gas serra, le stesse prodotte dall’aviazione, e Greenpeace si aspetta che il settore, «essendo una delle industrie più innovative e in crescita esponenziale, si assuma la leadership nel combattere il cambiamento climatico attraverso la riduzione delle proprie emissioni di CO2 sia dirette che indirette».

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