[26/06/2008] Consumo

Legambiente scrive a Zaia e Prestigiacomo: Non autorizzate Ogm

FIRENZE. Non entriamo sui singoli giudizi di merito, sulla opportunità o meno di alcuni provvedimenti. Tanto l’opinione di greenreport è nota. Ma non c’è dubbio che dopo i primi passi il governo in carica appaia all’opinione pubblica come “l’esecutivo del sì”: sì al nucleare, sì al ponte sullo stretto, sì alle autostrade, sì ai termovalorizzatori. Gli addetti ai lavori dei singoli settori vedono lo spiraglio e infilano richieste a raffica anche su provvedimenti bocciati nel recente passato.

Come nel caso del biotech, dove le aziende sono tornate alla carica per ottenere nuovi spazi, forti delle dichiarazioni di alcuni esponenti del governo che annunciano la volontà di voler spalancare le porte agli Organismi geneticamente modificati. Questo avverrebbe di fatto con il prossimo via libera ai nove protocolli di ricerca che erano stati fermati dall’esecutivo Prodi, a causa dell’impossibilità concreta di controllare la diffusione e quindi la contaminazione delle colture tradizionali, biologiche e di alta qualità che caratterizzano le produzioni agro-alimentari del nostro Paese. Legambiente non ci sta e lancia il suo appello inviando una lettera direttamente ai ministri dell’agricoltura e dell’ambiente, Luca Zaia (Nella foto) e Stefania Prestigiacomo, in cui chiede di non autorizzare i nove protocolli di ricerca sugli Ogm.

«Il mercato agroalimentare italiano trae la sua forza dalla tipicità, dalla qualità, dalla tradizione – spiega Vittorio Cogliati Dezza, presidente nazionale di Legambiente – Gli Ogm sono esattamente il contrario, spingono all’omologazione dei prodotti, alla standardizzazione del gusto e nessuno è ancora in grado di garantire che la loro diffusione sia priva di conseguenze ambientali, sanitarie e sociali».

L’ultimo sì, quello agli ogm, è stato caldeggiato in modo particolare da Adolfo Urso, sottosegretario alla Sviluppo economico «Il sottosegretario liquida come meri pregiudizi tutte le preoccupazioni che sino ad oggi hanno motivato il rifiuto italiano all’agricoltura biotech – continua Cogliati Dezza – ci sembra utile ribadire quelle che sono le opinioni non solo dell’opinione pubblica o delle associazioni ambientaliste ma anche della maggior parte degli agricoltori e di numerosi esperti del settore. E’ evidente che le nuove autorizzazioni altro non sono che un modo per spalancare le porte italiane a un agroalimentare geneticamente modificato – conclude il presidente di Legambiente – Ecco perché è importante non rimettere in discussione il blocco delle nuove autorizzazioni». Per precisione ricordiamo però che se non un no, almeno un “ni” c’è stato da parte di alcuni esponenti del governo: verso il rispetto degli obiettivi di Kyoto.

Torna all'archivio