[26/06/2008] Energia

Blitz di Greenpeace al cantiere del nuovo reattore nucleare EPR

LIVORNO. Gli attivisti di Greenpeace, “armati” di catene, lucchetti e barili di finte scorie nucleari hanno bloccato l’accesso a tre cave che riforniscono di sabbia e ghiaia il cantiere del nuovo reattore nucleare EPR (European Pressurised Reactor) a Flamanville, in Francia, per denunciare che nessuno dei problemi segnalati dall’Agenzia per la Sicurezza Nucleare francese è stato ancora risolto. Gli striscioni recitano “EPR: il grande bluff” e il cantiere era stato fermato lo scorso 21 maggio dall’Agenzia per la Sicurezza Nucleare francese, in seguito alla scoperta di gravi problemi e infrazioni in fase di costruzione, come la bassa qualità del cemento delle fondazioni e non conformità tra le linee guida per il rafforzamento delle strutture in acciaio e la realizzazione pratica.

Oltre a campionamenti di cemento effettuati non correttamente, gli ispettori avevano identificato fratture nella base di cemento dell’edificio del reattore. Il fornitore del contenitore in acciaio non aveva le qualifiche necessarie e la fabbricazione del contenitore è continuata nonostante la comprovata mancanza di competenza del produttore. Come risultato un quarto delle saldature del contenitore in acciaio nell’edificio di contenimento del reattore risultavano insufficienti.

Il 19 giugno l’Agenzia ha autorizzato la riapertura del cantiere senza aver ottenuto dalla EdF, la compagnia che sta costruendo il reattore, alcuna garanzia sulla risoluzione dei problemi segnalati, ma solo la promessa di migliorare i controlli dei lavori. «Il nuovo reattore EPR di terza generazione ci è stato presentato come sicuro, affidabile e più economico dei vecchi reattori” commenta Giuseppe Onufrio, direttore delle Campagne di Greenpeace, “Per tagliare i costi, si procede con scarsa qualità nei subappalti anche delle componenti più importanti, come la base di cemento e il contenitore in acciaio del reattore. E anche se i controlli mostrano gravi non conformità, i lavori procedono come se nulla fosse: di quale sicurezza stiamo parlando? E nonostante tutto, i costi risultano ben più elevati di quelli ufficialmente dichiarati”.Dopo oltre 60 ore di blocco, alcuni attivisti sono stati “rimossi” dalla polizia francese, mentre altri ancora mantengono la posizione in due delle tre entrate al cantiere.

Contemporaneamente con un enorme dirigibile anti-nucleare Greenpeace ha anche sorvolato il sito di Olkiluoto in Finlandia – dove c’è l’unico altro cantiere di un EPR - per denunciare il fallimento economico e le circa 1.500 non conformità rilevate dall’agenzia di sicurezza nucleare finlandese, che compromettono la sicurezza del reattore EPR.

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